10 Aprile 2024

Fotovoltaico e agricoltura: i tempi sono maturi

Una normativa carente e poco chiara in tema di agrivoltaico ne sta rallento la diffusione, ostacolo per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti che passano attraverso l’aumento della produzione di energia da fonte non fossile.

Per superare queste barriere, l’Unione europea vuole incoraggiare i Paesi membri a integrare incentivi per l’agrivoltaico.

L’Italia, a oggi, attraverso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha presentato il decreto che incentiva la diffusione dell’agrivoltaico innovativo. L’obiettivo fissato è installare almeno 1,04 GW di sistemi agrivoltaici avanzati entro il 30 giugno del 2026.

Per questo ha stanziato un contributo, a valere sui fondi PNRR, in conto capitale nella misura massima del 40% dei costi ammissibili pari a oltre un miliardo di euro. Può essere una misura sufficiente? «L’agrivoltaico innovativo a oggi è una soluzione che implementa sia la parte energetica sia la parte agricola, ma non è ancora matura – afferma Rolando Roberto, vicepresidente di Italia Solare e co-coordinatore del gruppo di lavoro “Agrivoltaico e fotovoltaico nel territorio” –. Ciò significa che siamo in una fase sperimentale e il decreto che va a incentivarlo, con fondi Pnrr a fondo perduto per il 40%, serve a dare slancio e stimolo ad attività che altrimenti non risulterebbero economicamente realizzabili e che contemplano l’integrazione fra produzione agricola e fotovoltaica. L’obiettivo del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica di realizzare 1,04 GW serve a trovare soluzioni innovative, dal punto di vista tecnologico e della meccanizzazione agricola oltre che dello studio degli ombreggiamenti e delle rese energetiche, in modo da trovare le soluzioni più adatte perché l’agrivoltaico diventi un settore maturo, ovvero indipendente dal punto di vista economico e non più legato a un incentivo diretto».

Per diventare maturo, l’agrivoltaico innovativo deve raggiungere un’economia di scala. A tale riguardo, un aspetto preminente riguarda la tecnologia.

«Nell’agrivoltaico, quella legata al fotovoltaico è una tecnologia matura, mentre quella sul lato agricolo è suscettibile di innovazione. Qui la grande sfida è finalizzata a limitare il più possibile l’interferenza fra i due sistemi, agricolo ed energetico, per ridurre al minimo problemi di sicurezza, di costi assicurativi, di possibili incidenti», spiega ancora il vicepresidente di Italia Solare. Si dovrà puntare su una automazione più spinta, con l’implicazione della robotica e della meccanizzazione dei processi agricoli, con tutto quello che esso concerne (sensoristica ecc.).

Leggi l’articolo su Infobuildenergia