Fotovoltaico e Agricoltura

5 falsi miti su fotovoltaico e agricoltura

Il connubio tra fotovoltaico e agricoltura è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi energetici e di decarbonizzazione contenuti all’interno del PNIEC.
Ad oggi però alcune errate convinzioni mettono in ombra i benefici di questa imprescindibile sinergia. Per questo ITALIA SOLARE ha voluto riassumere i FALSI MITI, con lo scopo di evidenziare come ci siano le condizioni potenziali per l’unione tra agricoltura e fotovoltaico che di fatto è una combinazione vincente e necessaria.

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“Gli impianti fotovoltaici rubano terreni all’agricoltura”

La risposta è nei dati:

  • superficie agricola disponibile > 16,6 mln di ettari
  • superficie agricola utilizzata > 12,4 mln di ettari
  • superficie agricola non utilizzata/abbandonata > 4,2 mln di ettari
  • superficie agricola abbandonata ogni anno > + 120 mila ettari.

(Fonte: Dati Ispra)

Il fotovoltaico può contribuire con 50 Gigawatt (GW) di nuove installazioni al raggiungimento degli obiettivi al 2030 fissati dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC). Per realizzare la potenza richiesta, escludendo il 50% sui tetti, sono necessari circa  40 mila ettari equivalente allo 1% della superficie agricola non utilizzata o allo 0,2% della superficie dell’Italia.

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“Il fotovoltaico rappresenta un pericolo per il paesaggio e compromette la biodiversità”

Sulle aree di pregio paesaggistico o naturalistico non è possibile installare pannelli a terra, perché già protette da vincoli paesaggistici.

Spesso i progetti fotovoltaici a terra o quelli agrivoltaici prevedono un progetto di riqualificazione agricola incentrata sulla produzione biologica e la tutela della biodiversità. Inoltre, la presenza di alcune specie vegetali coltivate sotto o tra le file di pannelli fotovoltaici, come foraggio, aromatiche e medicinali, è ottimale per la biodiversità poiché contribuisce a creare habitat favorevoli agli insetti impollinatori che, grazie alla loro azione, generano vantaggi a tutto l’ecosistema agricolo.

Il fotovoltaico rappresenta quindi un’opportunità unica per far convivere produzione di energia pulita e agricoltura sostenibile nel rispetto della biodiversità.

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“Il fotovoltaico impedisce l’utilizzo dei terreni a fini agricoli e zootecnici”

Tra le file e sotto i moduli fotovoltaici è possibile mantenere l’attività agricola e zootecnica. Grazie all’ombreggiamento il benessere degli animali migliora e il consumo idrico si riduce. Un beneficio che, a causa della sempre maggiore siccità generata dai cambiamenti climatici, rappresenta un vantaggio per gli agricoltori.

Il problema della luce diretta è reale per molte colture, per questo molte varietà di piante da frutta sono protette da reti ombreggianti e antigrandine. Le colture erbacee da foraggio vengono generalmente coltivate in aree collinari, sui versanti esposti a nord, per avere una maggiore produzione nei mesi estivi, questo perché l’evapotraspirazione dovuta al forte soleggiamento è il primo fattore climatico inibitore dell’accrescimento vegetale nel periodo estivo, che può essere compensato solo con l’irrigazione.

L’agrivoltaico rappresenta quindi un’ottima opportunità perché consente agli agricoltori di continuare a coltivare la terra beneficiando del ricavo economico aggiuntivo proveniente dal fotovoltaico che può essere reinvestito nell’attività agricola.

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“Per realizzare impianti fotovoltaici vengono espropriati i terreni agli agricoltori”

Per legge l’esproprio non è consentito per gli impianti fotovoltaici, ma eventualmente per le sole opere di rete che in ogni caso prevedono cavi interrati senza creare alcun problema all’attività agricola. Gli agricoltori sono liberi di vendere o dare in concessione i propri terreni a chi realizza gli impianti fotovoltaici, o creare un accordo sinergico per mantenere l’attività agricola e avviare la produzione di energia rinnovabile.

Le pratiche di esproprio dei terreni sono soggette a regolamentazioni specifiche e vengono fatte solo per realizzare opere di pubblica utilità, come possono essere le ferrovie, le strade e gli elettrodotti. In quest’ultimo caso sovente invece che di esproprio si parla di servitù, lasciando così ai contadini la possibilità di continuare a coltivare i campi.

L’art. 12 comma 4-bis del dlgs 387/2003 riporta che per la realizzazione di impianti fotovoltaici “il proponente deve dimostrare nel corso del procedimento, e comunque prima dell’autorizzazione, la disponibilità del suolo su cui realizzare l’impianto”, pertanto non si procede a esproprio.

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“L’agrivoltaico impoverisce economicamente il territorio”

I proventi derivanti dalla presenza di impianti fotovoltaico sul terreno possono essere utilizzati per realizzare miglioramenti fondiari quali impianti di captazione e raccolta delle acque per alimentare sistemi d’irrigazione a basso consumo, stalle, laboratori per la trasformazione dei prodotti agricoli, nuovi macchinari. Vi è quindi la possibilità di finanziare gli investimenti necessari allo sviluppo delle imprese agricole, che oggi sono possibili solo attraverso i Piani di Sviluppo Rurali regionali che richiedono la partecipazione a bandi lunghi, dall’esito incerto e spesso caratterizzati da poche risorse economiche. L’agrivoltaico può generare tanti piccoli piani di sviluppo locali, finanziati dal connubio fotovoltaico e impresa agricola.

Scarica e diffondi il volantino con i 5 falsi miti su Agricoltura e fotovoltaico

Copertina A5 Agrivoltaico Falsi miti

A titolo puramente illustrativo si riporta la superficie necessaria per realizzare 50 GW di potenza fotovoltaica in rapporto alla superficie dell’Italia.

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IMG Lettera Meloni

Scarica la lettera aperta che ITALIA SOLARE ha scritto alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni

FOTOVOLTAICO E AGRICOLTURA UNA SINERGIA VINCENTE

di Aurelio Cupelli per ITALIA SOLARE