Proposte di soluzioni strutturali al problema del caro energia e all’indipendenza energetica
È ormai da tutti condiviso che la soluzione per la riduzione delle bollette degli italiani passa principalmente attraverso l’efficienza energetica e una più rapida e incisiva diffusione delle fonti rinnovabili e in particolare degli impianti fotovoltaici, che hanno il più elevato potenziale di diffusione. Andare decisamente in questa direzione consente inoltre la riduzione delle emissioni climalteranti e della dipendenza da fonti energetiche provenienti dall’estero.
È una soluzione realizzabile in poco tempo! Ma occorre una chiara strategia e strumenti adeguati.
Quanto alla strategia, ITALIA SOLARE ritiene che occorra favorire il più possibile l’autoconsumo di energia rinnovabile anche attraverso un continuo adeguamento delle regole di funzionamento dei mercati energetici, per tener conto delle diverse caratteristiche delle fonti rinnovabili (anche con accumuli) rispetto alle fonti fossili, che hanno ispirato il disegno dei mercati e soprattutto del mercato elettrico.
Quanto agli strumenti, al fine di accelerare l’incremento della potenza fotovoltaica installata per abbassare per sempre i costi energetici, occorre:
- Sostenere l’autoconsumo, valorizzando ovunque possibile i tetti di edifici e capannoni. Efficaci strumenti di sostegno sono:
- la creazione di un fondo di garanzia per gli investimenti delle aziende e delle comunità di energia rinnovabile negli impianti fotovoltaici
- il riconoscimento di un credito d’imposta del 50%, che cresce al 70% in caso di bonifica amianto, per impianti fotovoltaici su tetti destinati all’autoconsumo, anche per quello “altrove” di cui al punto successivo
- Rendere subito operativo ed efficace l’“autoconsumo altrove”, comunque previsto dal recente DL Rinnovabili, che permette di utilizzare l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico installato anche in aree distanti dall’utenza. In questo modo è possibile risolvere il problema di tetti spesso strutturalmente non adatti o insufficienti per ospitare impianti fotovoltaici in grado di fornire sufficiente energia elettrica a utenze industriali
- Accelerare, con iter autorizzativi radicalmente semplificati, la realizzazione di impianti fotovoltaici posti nelle aree adiacenti alle aree artigiane, commerciali e industriali, la cui produzione energetica sia a servizio delle imprese, ma anche di utenze residenziali , attraverso autoconsumo altrove, linea diretta o CER (Comunità di Energia Rinnovabile).
In particolare proponiamo di consentire l’installazione di impianti fotovoltaici anche sui terreni agricoli: risultato raggiunto!
- con semplice DILA (Dichiarazione di Inizio Lavori Asseverata) se la potenza è inferiore a 1 MWp e l’impianto rimane entro i 500 metri dal perimetro più esterno dell’area industriale;
- con PAS (procedura Autorizzativa Semplificata) se la potenza è inferiore a 10 MWp e l’impianto è agro-fotovoltaico, cioè consente di combinare produzione agricola a produzione energetica da fonte solare.
- Sbloccare gli iter autorizzativi degli impianti a terra in generale, in modo da disporre di molta più energia rinnovabile con cui sottoscrivere contratti PPA (Power Purchase Agreement), semplificando la normativa e adeguando le regole di mercato per consentirne una rapida diffusione, anche per i clienti residenziali.
- Supportare, con iniziative forti e dedicate, il revamping, il repowering e l’installazione di accumuli negli impianti fotovoltaici esistenti, che potrebbero portare a oltre 10 GWp di nuova potenza e 5-10 GWh di accumuli in pochissimi mesi
- Dedicare da subito le numerose e valide risorse umane del GSE a ogni iniziativa volta ad accelerare le realizzazioni di impianti anziché occuparle nelle ispezioni di impianti fotovoltaici fatti ormai 10 anni fa
Inoltre, poiché il governo ha deciso di prelevare i maggiori ricavi di questo periodo ai soli impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile (solare, eolico e idro), chiediamo la limitazione dei profitti per tutte le società che vendono idrocarburi sul territorio nazionale, come pure per le società che producono energia dalle fonti fossili, che hanno ampiamente ammortizzato i costi di investimento. In particolare chiediamo un contributo di solidarietà di almeno il 40% dei maggiori utili rispetto all’anno precedente (2021 VS 2019 e 2022 VS 2021).
Inoltre proponiamo:
- un adeguamento ai valori medi europei delle royalties attualmente applicate alle società che estraggono idrocarburi in Italia
- la revisione del meccanismo del Capacity Market che finanzia con circa 1,5 miliardi di euro all’anno proprio le centrali a gas. È un valore abnorme rispetto alle reali esigenze di sicurezza e adeguatezza del sistema
Altre situazioni che generano, non solo in questo periodo ma da sempre, profitti eccessivi su cui invitiamo a intervenire urgentemente:
- società a partecipazione pubblica che gestiscono le reti energia e gas: L’eccessiva onerosità delle reti italiane è dimostrata dai significativi investimenti in business e aziende private estranei alla concessione, peraltro con evidenti disturbi agli equilibri dei mercati concorrenziali. Riteniamo che il perimetro di attività di queste aziende dovrebbe essere quello strettamente legato alla gestione delle reti, per la quale sarebbe bene portare la remunerazione (garantita) entro la media europea
- centrali elettriche che, posizionate in siti “strategici” per il sistema elettrico, beneficiano di rendite di posizione straordinarie, a cominciare da quelle che riescono a ottenere dal Mercato dei Servizi di Dispacciamento (MSD)