Falsi miti

FALSI MITI SUL FOTOVOLTAICO

Assistiamo oggi a frequenti articoli e servizi televisivi di disinformazione sul fotovoltaico sui quali è necessario fare chiarezza per evitare di avere una percezione distorta degli impianti a energia solare. I falsi miti sono un ostacolo alla lotta ai cambiamenti climatici.

“Gli impianti fotovoltaici rubano terreni all’agricoltura”

La risposta è nei dati:

  • superficie agricola disponibile > 16,6 mln di ettari
  • superficie agricola utilizzata > 12,4 mln di ettari
  • superficie agricola non utilizzata/abbandonata > 4,2 mln di ettari
  • superficie agricola abbandonata ogni anno > + 120 mila ettari.

(Fonte: Dati Ispra)

Il fotovoltaico può contribuire con 50 Gigawatt (GW) di nuove installazioni al raggiungimento degli obiettivi al 2030 fissati dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC). Per realizzare la potenza richiesta, escludendo il 50% sui tetti, sono necessari circa 40 mila ettari equivalente a:

  •  un terzo della superficie agricola che ogni anno non viene più coltivata passando a uno stato di abbandono;
  • 1% della superficie agricola persa totale;
  • 0,2% della superficie agricola totale.

Lo spazio non è un problema!

Inoltre, tra le file e sotto i moduli fotovoltaici è possibile mantenere l’attività agricola.

L’agro-fotovoltaico rappresenta quindi un’ottima opportunità perché consente agli agricoltori di continuare a coltivare la terra beneficiando del ricavo economico aggiuntivo proveniente dal fotovoltaico.

“Dietro agli incendi c’è il business del fotovoltaico”

I terreni percorsi dagli incendi sono esclusi da ogni possibile utilizzo per i successivi 15 anni dall’incendio (legge nazionale 353/2000, art. 10). Da perseguire sono i criminali che causano incendi e non il fotovoltaico, che anzi viene solo danneggiato da simili disastri.

“Il fotovoltaico rappresenta un pericolo per il paesaggio e compromette la biodiversità”

Sulle aree di pregio paesaggistico o naturalistico non è possibile installare pannelli a terra, perché già protette da vincoli paesaggistici.
Dove si installano impianti fotovoltaici non sono consentiti diserbanti e sostanze chimiche. Oggi gran parte dei terreni agricoli italiani sono devastati da usi eccessivi di pesticidi che distruggono la biodiversità. L’agro-fotovoltaico rappresenta un’opportunità unica per far convivere produzione di energia pulita e agricoltura sostenibile nel rispetto della biodiversità.

“Il fotovoltaico è una fonte inaffidabile perché non programmabile e non prevedibile”

L’altissima precisione ormai raggiunta dalle previsioni meteo, insieme ai dati storici disponibili sulle produzioni degli impianti fotovoltaici, consente di prevedere la produzione solare che può anche essere programmata grazie ai sempre più economici e performanti sistemi di accumulo.

“I pannelli fotovoltaici non riducono le emissioni di CO2 perché per produrli si consuma energia da carbone”

L’energia necessaria per produrre un modulo fotovoltaico viene compensata dallo stesso modulo in meno di un anno di funzionamento, dopodiché il modulo fotovoltaico comincia a produrre energia pulita al 100%. Va da sé che è auspicabile che l’energia usata per produrre i moduli sia sempre meno inquinante, ma vale per tutti i prodotti.

Il fotovoltaico è oggi la tecnologia più conveniente e la migliore soluzione contro gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici!

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