Elezioni politiche 2022: le proposte di ITALIA SOLARE ai partiti
ITALIA SOLARE, in una lettera inviata a tutti i partiti, lancia la sua ricetta per ridurre le bollette degli italiani e chiede ai partiti di rispondere in modo puntuale alle sue proposte di interventi strutturali e risolutivi:
- Credito d’imposta per le imprese;
- Promuovere autoconsumo e comunità energetiche;
- Regole chiare per l’agrivoltaico;
- Portare le detrazioni fiscali dal 50% in 10 anni al 65% in 5 anni;
- Snellire le autorizzazioni per favorire lo sviluppo dei grandi impianti;
- Avviare una campagna comunicativa e di sensibilizzazione a beneficio di famiglie e imprese.
Leggi di seguito le risposte dei partiti.
Le risposte dei partiti alle proposte di italia solare
Si impegna ad abolire l’articolo 15-bis?
L’intera capacità di produzione energetica nazionale passa per la semplificazione delle norme regolatorie. Vale anche e soprattutto per il fotovoltaico.
Sostituirebbe l’articolo 15 bis con un prelievo sugli extra-utili di un anno per tutte le aziende di tutti i settori?
Credo che occorra maggior dibattito e approfondimento per individuare una norma sostitutiva ed evitare di scriverne un’altra altrettanto sbagliata
Mi sembra una soluzione di buon senso, oltre che legittima. Capace di non essere eccessivamente punitiva con i produttori, e nello stesso tempo di generare entrate preziose per lo Stato in modo da utilizzare per calmierare il costo delle bollette energetiche.
Si impegna a richiedere che le associazioni delle rinnovabili vengano coinvolte regolarmente nella valutazione preventiva delle norme del settore energia?
Riteniamo essenziale un coinvolgimento preventivo delle Associazioni rappresentative del settore in modo da evitare l’adozione di provvedimenti distorsivi e lesivi degli interessi delle imprese operanti in questo settore così vitale per la sicurezza energetica del Paese.
La richiesta di costituire un tavolo permanente di consultazione è legittima e va assecondata.
Sì. Certamente. Il problema dei decisori politici è spesso quello di essere autoreferenziali. Un tavolo permanente consentirebbe uno scambio di informazioni necessarie per tutti. Anche perché cambiano continuamente gli scenari geopolitici, le tecnologie, le condizioni. Non può esserci un’interazione episodica
Per noi questo è un impegno che abbiamo chiesto più volte anche all’attuale Governo, e in particolare al Ministro della Transizione ecologica. L’Europa sta prendendo decisioni importanti sulla strada della transizione energetica e dello sviluppo delle rinnovabili e della modifica del mercato elettrico, a cui dobbiamo [...]
Sì, Siamo favorevoli al coinvolgimento delle parti sociali per una consultazione preventiva sulle varie politiche da adottare in materia energetica
È d’accordo nel lavorare perché le sovrintendenze rispettino le leggi sui vincoli esistenti e non possano valutare soggettivamente i progetti in attesa di autorizzazione?
La discrezionalità amministrativa non è abrogabile, la proposta per come è formulata è irrealizzabile
Piuttosto credo che occorrerebbe che il Ministro dei BBCCAA adottasse linee guida stringenti che vincolino i sovrintendenti nell’esercizio della discrezionalità.
D’accordissimo sul divieto generalizzato che tuttavia già sostanzialmente esiste nell’ordinamento ed è stato riconosciuto dalla giurisprudenza
In troppi casi le Sovrintendenze hanno dimostrato di valutare i progetti di impianti rinnovabili sulla base di valutazioni soggettive che nulla hanno a che vedere con le finalità di tutela paesaggistica e archeologica a loro deputate.
Abbiamo lavorato molto per semplificare il settore delle rinnovabili in questa legislatura. Penso al decreto energia di cui sono stato Relatore in Commissione Attività produttive. Abbiamo agito affinché si velocizzassero il più possibile i processi e l’individuazione delle aree idonee su cui, va dato atto, si è fatto tanto. Semplificare non può coincidere con una liberalizzazione totale delle installazioni su tutto il territorio, evidentemente. La domanda [...]
Sì, ma le Regioni hanno il diritto e il dovere costituzionale di pianificazione per cui le regioni indicheranno le arre idonee e poi la conferenza stato regioni farà la sintesi
Il MITE purtroppo è in ritardo con l’emanazione dei criteri necessari alle regioni per l’individuazione delle aree idonee
Sì, come scritto nel programma di Azione – Italia Viva, dobbiamo rafforzare la strategia sulle energie rinnovabili, anche completando il processo di individuazione delle aree idonee all’installazione di impianti di generazione elettrica da fonti rinnovabili per velocizzare il processo di localizzazione e autorizzazione.
Si impegna affinché si velocizzi al massimo l’individuazione delle aree idonee all’installazione degli impianti a energia rinnovabile?
Credo che l’istituzione del piano delle aree idonee sia una misura inefficace che porterà nuovi ritardi. Meglio sarebbe far scattare il potere sostitutivo dello Stato in caso di mancato raggiungimento delle soglie di burden sharing da parte delle Regioni. Lo Stato deve (non già approvare i piani bensì) approvare direttamente i progetti. Finché comunque il meccanismo delle aree idonee resterà operativo allora certamente occorrerebbe che i piani fossero approvati in tutta fretta.
L’individuazione delle aree idonee non è più rinviabile. Al contempo, dovranno essere individuate procedure autorizzative ad hoc sulle aree qualificate come idonee caratterizzate da celerità e riduzione degli Enti coinvolti.
Sì. Certamente. Il problema dei decisori politici è spesso quello di essere autoreferenziali. Un tavolo permanente consentirebbe uno scambio di informazioni necessarie per tutti. Anche perché cambiano continuamente gli scenari geopolitici, le tecnologie, le condizioni. Non può esserci un’interazione episodica
Per noi questo è un impegno che abbiamo chiesto più volte anche all’attuale Governo, e in particolare al Ministro della Transizione ecologica. L’Europa sta prendendo decisioni importanti sulla strada della transizione energetica e dello sviluppo delle rinnovabili e della modifica del mercato elettrico, a cui dobbiamo [...]
Sì, Siamo favorevoli al coinvolgimento delle parti sociali per una consultazione preventiva sulle varie politiche da adottare in materia energetica
Si impegna a promuovere una legge che limiti i controlli del GSE ai primi anni di esercizio degli impianti che beneficiano di incentivi, includendo nel suddetto limite anche gli impianti che hanno beneficiato del Conto Energia (risalenti a circa 10 anni fa)?
È indispensabile che il GSE facci ai controlli in fretta ed entro un certo limite di tempo (che in realtà la legge già sostanzialmente fissa in 18 mesi)
Il principio della certezza della norma deve valere anche per i beneficiari di incentivi pubblici. Non è tollerabile che le imprese si vedano decurtare e/o revocare incentivi concessi molti anni addietro perché ciò mette rischio la stabilità delle imprese e costituisce una palese violazione dei principi generali del diritto.
Comprendo le ragioni per cui tali controlli sono divenuti così stringenti e durevoli. Purtroppo ricordiamo tutti certi abusi del passato. Credo si possa entrare in una nuova fase.
Si impegna a rafforzare l’organico del MiTE e degli uffici regionali responsabili del settore energia?
La riorganizzaione del Mite si è dimostrata un fallimento da parte dell’attuale Ministro che ha scientemente ignorato il grido di allarme proveniente dalle maestranze del Dicastero, sottoposto a una confusa riorganizzazione che ha solo peggiorato la qualità del lavoro ivi svolto e rallentato tutte le istruttorie relative agli impianti rinnovabili, come dimostra la vicenda della Commissione VIA sul PNRR/PNIEC.
È assolutamente necessario dedicare non solo maggiori risorse economiche, ma anche risorse fisiche in grado di accompagnare il percorso produttivo di energia di cui ha bisogno l’Italia.
Occorrerebbe anche rafforzare e formare il personale dei Comuni, visto che anche gli Enti Locali dovranno ricoprire un significativo ruolo per la transizione ecologica
Per quanto sarà in potere del Parlamento assolutamente sì. Dobbiamo supportare con risorse economiche adeguate e con personale qualificato tutte le amministrazioni centrali e regionali per accompagnare in modo adeguato lo sviluppo delle politiche energetiche, oggi così centrali, per fronteggiare l’emergenza energia ma più in generale raggiungere gli obiettivi della transizione ecologica.
Sì, attualmente i dipartimenti che si occupano del processo autorizzativo sono sottostaffati sia a livello ministeriale che regionale.
Si impegna a promuovere il rafforzamento delle reti elettriche di distribuzione e trasmissione energia e a tal fine a lavorare perché i concessionari delle reti non si occupino in nessun modo, né direttamente né indirettamente, di attività diverse da quelle strettamente oggetto della concessione?
Il conseguimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, imposto dall’Unione europea, passa necessariamente dal potenziamento e adeguamento delle reti elettriche di media e alta tensione. E-Distribuzione e Terna dovranno dedicare energie e risorse sufficienti a raggiungere gli ambiziosi ma necessari obiettivi europei.
Si, ovviamente, richiesta più che corretta. il rafforzamento delle reti elettriche di distribuzione e trasmissione energia è comunque prioritario.
Nel PNRR sono previsti 3,6 mld di euro per le smart grid. Purtroppo non sono molti, ma soprattutto temo che non siano ancora partiti i bandi per la messa a terra.
Si impegna a far dedicare le risorse contro il caro energia, gran parte delle quali provenienti dagli impianti a energia rinnovabile, a chi ne ha davvero bisogno?
Cittadini e piccole e medie imprese dovranno essere i destinatari privilegiati degli aiuti e delle risorse ricavate dalla tassazione degli extraprofitti e dalle risorse messe a bilancio
Si ovviamente, anche se l’espressione “gran parte delle quali provenienti dagli impianti a energia rinnovabile” non mi vede d’accordo.
Le risorse a disposizione purtroppo sono poche e non possiamo sperperarle o allocarle in modo improduttivo. Vale per le famiglie, ma vale anche per le imprese che danno lavoro alle famiglie.
La domanda e la premessa mi paiono disarmoniche. Sono d'accordo che gli aiuti debbano essere solo uno strumento tampone, ma una destinazione di EVENTUALI altri fondi va indirizzata a tutti i progetti aziendali di allaccio diretto o contratti diretti di lungo termine a ogni fonte di energia rinnovabile e la cosa va estesa anche alle utenze residenziali. Urge comunque un'uscita dal meccanismo di negoziazione del gas naturale e una completa revisione della borsa elettrica, poiché questo periodo di crisi ha messo in luce l'incredibile effetto perturbatorio degli operatori virtuali (che non sono produttori di energia né hanno contratti diretti di acquisto con chi vende le materie prime fisiche)
Si ritiene, stante il livello di prezzi all’ingrosso di luce e gas che ormai da settimane ha raggiunto valori 10 volte superiore a quelli degli anni pre-Covid, che la platea dei beneficiari delle misure di contrasto al caro energia debba restare ampliata
Ovviamente dipende dalla soglia di bisogno, considerando troppo bassa quella attualmente in vigore.
Si impegna a redigere un quadro normativo integrato e semplificato per i procedimenti autorizzativi degli impianti a energia rinnovabile?
Entro il 2022 dovrà essere predisposto un Testo Unico che raccolga e razionalizzi tutte le norme che disciplinano le procedure autorizzative degli impianti a fonte rinnovabile prevedendo una reale semplificazione per gli impianti collocati nelle aree idonee e per quelli in autoconsumo
L’articolo di delega sulle rinnovabili sulla legge Concorrenza è stato introdotto con emendamento di Forza Italia. In sede di esame dei decreti legislativi delegati le osservazioni di Italia Solare troveranno in Forza Italia un ascoltatore attento
Ma credo anche che si debba chiarire una volta per tutte “chi deve autorizzare cosa”. Purtroppo la sovrapposizione caotica delle competenze statali e regionali produce un caos autorizzativo allucinante. Nel caos prosperano i contenziosi legali nella migliore delle ipotesi, la corruzione nella peggiore.
Di fronte all’ipertrofia legislativa che, soprattutto negli ultimi mesi, è stata caratterizzata da numerosi interventi di governo e Parlamento mirati a semplificare gli autorizzativi per l’installazione delle FER, occorre attendere l’emanazione dei decreti legislativi e verificarne l’effettivo impatto
La delega prevista dalla legge 118/2022 è l’occasione per intervenire a l fine di chiarire e semplificare il quadro normativo in tema di sviluppo delle rinnovabili. Raccogliendo peraltro buona parte delle proposte di Italia Solare.
Si impegna a far approvare i decreti attuativi di cui sopra entro la fine di marzo 2023?
Tutte le Regioni dovranno partecipare al raggiungimento degli obiettivi di penetrazione delle fonti rinnovabili, comprese quelle che in questi anni hanno mantenuto atteggiamenti di chiusura e ostativi, come ad esempio l’Umbria, sempre nel rispetto dei criteri generali di tutela ambientale. Dovrà essere istituita una task force a livello di Presidenza del Consiglio per coordinare l’adozione dei provvedimenti mancanti, come è stato fatto a livello del PNRR.
Anche prima, se possibile, ma occorre una maggioranza coesa. A buon intenditor…
Purtroppo già sono andati persi fondi preziosi proprio a causa dei decreti scaduti. Molti di questi fondi erano destinati proprio alle imprese più energivore del Paese. Sinceramente è uno scandalo.
Per l'agrivoltaico, ora come ora dico no. La motivazione è molto semplice. Occorrono degli studi sulla qualità dei prodotti agricoli coltivati sotto copertura fotovoltaica. Ci tengo a precisare questo fatto. Nei prodotti alimentari abbiamo acqua, macronutrienti (proteine, carboidrati, grassi), micronutrienti (vitamine e sali minerali) e altre[...]
A discolpa del MITE che è in ritardo con questi decreti attuativi, si richiama l’attenzione sugli straordinari impegni che stanno coinvolgendo il ministero in relazione sia all’attuazione del PNRR e sia alle misure per contrastare il caro energia
Assolutamente favorevoli in quanto questa è l’unica alternativa fattibile al nucleare (noi siamo fortemente contrari a riguardo).
Sapendo che la competenza è del Governo, in queste settimane abbiamo costantemente chiesto al MITE e altri Ministeri competenti di emanare i decreti attuativi citati; la data proposta è del tutto ragionevole e occorre recuperare il ritardo accumulato.
Si impegna a introdurre un credito d’imposta a favore delle imprese che investono nel fotovoltaico?
Il credito d’imposta costituisce un incentivo molto efficace per favorire la diffusione degli impianti rinnovabili e dovrà pertanto essere potenziato e rinnovato nei prossimi anni con l’obiettivo in particolare di favorire l’autoconsumo dell’energia prodotta.
Credo Che ogni euro speso nella produzione di energia rinnovabile sia un moltiplicatore di euro per lo Stato e per tutta comunità nazionale.
Condividiamo anche la proposta di una differenziazione della misura in base alle tipologie di interventi a cui applicare il credito d’imposta.
Sì, oltre al credito d’imposta è necessario concedere una garanzia sui prestiti bancari in modo da facilitare l’accesso al credito alle imprese con poca liquidità.
Si impegna ad aumentare la detrazione IRPEF per gli impianti fotovoltaici residenziali dal 50% al 65% riducendo il periodo di applicazione da 10 a 5 anni?
Vorrei potermi documentare meglio prima di impegnarmi su un tema così complesso
Se si vuole favorire la penetrazione degli impianti di piccola taglia sugli edifici privati, occorrerà potenziare e semplificare lo strumento della detrazione irpef, anche mediante il metodo della cessione agli istituti di credito.
Ovviamente si, ma bisogna capire quanto costa. Se Italia Solare ha una sua valutazione sugli impatti di finanza pubblica, sarebbe opportuno venirne a conoscenza
Mi sembra una misura ragionevole. Ma devo anche mettere le mani avanti. I provvedimenti più rilevanti di politica finanziaria non dipenderanno certo da me, malgrado sia il responsabile Ambiente ed Energia del mio partito. Andranno valutati dal prossimo premier, insieme con i ministri competenti, alla luce del contesto economico e geopolitico.
Sì, ma patto che ciò valga per ogni impianto a fonti rinnovabili (questo in realtà si applicherebbe praticamente solo all'eolico e poco o nulla per l'idroelettrico); inoltre dovrebbe essere ammesso al beneficio qualunque intervento di stoccaggio diverso dall'elettrochimico e anche non funzionalmente connesso direttamente all'impianto di produzione
Le detrazioni fiscali vanno differenziate premiando la qualità delle prestazioni energetiche e ambientali, quindi siamo favorevoli perché la proposta è coerente con il nostro disegno di razionalizzazione del sistema degli incentivi fiscali anche per le riqualificazioni energetiche degli edifici.
Siamo d’accordo con il principio che gli accumuli siano la componente che deve essere maggiormente incentivata aumentando il credito d’imposta e riducendo il periodo di applicazione. I valori delle aliquote dovranno essere stabiliti nel quadro di una strategia complessiva sullo sviluppo degli impianti di generazione elettrica da fonti rinnovabili con un orizzonte temporale che arrivi almeno al 2030.
Si impegna a lavorare per introdurre una garanzia statale a copertura dei finanziamenti dedicati a impianti fotovoltaici per le imprese?
Introdurre strumenti finanziari ad hoc per la garanzia degli investimenti sulle rinnovabili dovrà essere uno strumento essenziale nella politica energetica del prossimo Governo. Troppo spesso le regole finanziarie di accesso al credito bloccano gli investimenti limitandoli a pochi casi
Anche questa mi sembra una buona idea. Ma non posso spingermi oltre. Sarei scorretto nei vostri confronti
Come negli altri casi, per il solo fotovoltaico, NO. Per tutte le fonti rinnovabili, sì
Per sostenere questi investimenti in rinnovabili per le imprese e il decollo delle comunità energetiche è necessaria una forma di garanzia per le banche; in questi mesi è stata una misura già proposta da noi in più occasioni per le comunità energetiche.
Si impegna a lavorare perché CDP acquisisca i crediti fiscali del Superbonus ancora non ceduti al fine di salvare migliaia di aziende?
Il superbonus si è dimostrato un importante strumento per efficientare il vetusto patrimonio immobiliare italiano. La decisione di limitare le cessioni dei crediti maturati ha messo in pericolo l’esistenza e la stabilità di migliaia di imprese cosa non più tollerabile. La soluzione di individuare in CDP l’Ente di ultima istanza di assorbimento dei crediti maturati, introducendo altresì strumenti efficaci di controllo e prevenzione delle frodi, potrebbe essere una valida soluzione
Proprio nei giorni scorsi è stata approvata la norma che dovrebbe definitivamente disincagliare i crediti fiscali da Superbonus incagliati. Piuttosto che scomodare la CdP come acquirente di ultima istanza di una miriade d’imprese, bisognerebbe introdurre una norma che dice che i crediti di cui non si è potuto usufruire nel 2022, siano fruibili anche nel 2023. Lasciamo alla CdP il compito di occuparsi delle grandi operazioni di salvataggio.
Mi impegno a sottoporre la proposta ad una attenta valutazione. Abbiate pazienza. Rivediamoci dopo le elezioni, magari all’interno del tavolo tecnico da voi richiesto per esaminare nel dettaglio ognuna delle vostre proposte
Sulla cessione dei crediti di imposta sono state approvate nel DL Aiuti norme che consentiranno di far fronte alle criticità evidenziate; questo del coinvolgimento di CDP è un tema che vogliamo approfondire in funzione delle reali necessità.
Per quanto riguarda i meccanismi di cessione del credito, siamo a favore dell’eliminazione dei vincoli che riguardano le cessioni tra istituti vigilati (banche e istituti finanziari): risulta illogico fissare un limite alla circolazione del credito tra istituti vigilati, i cui movimenti sono sempre tracciati e che non sono la causa delle frodi. Questo permetterebbe alle banche di acquisire crediti senza il timore di non riuscire a cederli o utilizzarli, con una conseguente perdita economica.
Si impegna a lavorare per incaricare un soggetto diverso dai distributori per la lettura e gestione dei dati di misura delle produzioni degli impianti fotovoltaici?
Scorporare dalle attività dei distributori la misurazione e la gestione dei dati di produzione e consumo può essere una misura efficace specie al fine di individuare criticità, inefficienze e soluzioni che oggi, con il sistema attuale, difficilmente possono emergere se rimangono in capo agli stessi soggetti distributori.
Andrebbero approfondite le criticità dell’attuale sistema di misurazione
Tutto sommato mi sembra una proposta che non richiede particolari esborsi economici e che presenta indubbi vantaggi sotto il profilo della trasparenza e dell’efficienza.
a patto che questo cambiamento non comporti un appesantimento e rallentamento nella diffusione e messa in esercizio degli impianti fotovoltaici
Si impegna a lavorare affinché ogni proprietario di edificio installi un impianto fotovoltaico, sia proprio sia di terzi che userebbero lo spazio a fronte di un ritorno (economico o meglio energetico) per il proprietario dell’immobile?
Non si può rispondere senza prima adeguatamente mettere a fuoco il perimetro dell’obbligo
Se si vogliono raggiungere gli obiettivi di penetrazione delle fonti rinnovabili, occorrerà massimizzare l’utilizzo delle coperture degli edifici pubblici e privati, eliminando ogni limitazione attuale, completamento il quadro normativo delle Comunità energetiche e favorendo soluzioni di condivisione tra soggetti fisicamente vicini.
Secondo stime ISPRA, le superfici degli edifici sarebbero potenzialmente in grado da sole di produrre sufficiente energia da realizzare gli obiettivi PNIEC. Quindi ovviamente sono favorevole alla proposta. Tuttavia la stessa Italia Solare ha chiarito, nella sua memoria sulla legge sul consumo suole, che l’installazione sui tetti comporta costi da 2,5 a 4,5 volte superiori a quelli del fotovoltaico a terra.
In generale sono convinto che debba essere diffusa l'installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici, pubblici e privati. Stando attenti a quelli insistenti nei centri storici. Ma anche qui, se penso alle tegole fotovoltaiche di ultima generazione, credo la tecnologia sta facendo passi da gigante.
Impegno per promuovere l’installazione di fotovoltaico, ma con obblighi solo per edifici pubblici e per i nuovi edifici privati
Certamente la campagna di sensibilizzazione è lodevole ma bisogna approfondire cessione del diritto di superficie a terzi.
al netto ovviamente delle norme di tutela paesaggistica che riguardano alcuni contesti di particolare pregio definiti in maniera dettagliata e motivata (come la norma sul fotovoltaico da installare su edifici di particolare interesse pubblico all’interno dei centri storici, approvata nel DL 17/2022, per la quale è necessaria solo per questi immobili l’autorizzazione paesaggistica semplificata).
No, siamo favorevoli all’incentivazione ma non a meccanismi coercitivi sulle proprietà private.
Si impegna a promuovere campagne di comunicazione per stimolare la diffusione del solare fotovoltaico?
I cittadini sono sempre più consapevoli del problema dei cambiamenti climatici e dell’importanza delle fonti rinnovabili. Utilizzare il veicolo “bolletta” come strumento comunicativo e di sensibilizzazione dei destinatari è senza dubbio un’idea positiva e facilmente perseguibile.
Si ovviamente, se riferite alla microgenerazione diffusa sugli edifici, secondo il modello rifkiniano
Ovviamente sì. Ma credo che la convenienza economica sia un formidabile veicolo di informazione
Concordo su questa iniziativa, ma solo se coinvolge tutte le fonti rinnovabili
Assolutamente fondamentale campagna di informazione pubblica anche per insegnare ai cittadini regole comportamentali per ridurre i consumi energetici
È molto importante che ci sia corretta e efficace informazione per utenti domestici e imprese sui vantaggi concreti del fotovoltaico.
Si impegna a supportare iniziative di sostegno per nuovi insediamenti di produzione di componenti per impianti fotovoltaici (ad es. moduli e inverter)?
Si ovviamente. L’egemonia cinese in questo settore è intollerabile. Le modalità costruttive dei pannelli in quel Paese prestano il fianco a numerose critiche sotto il profilo ambientale e di tutela dei diritti umani (si pensi al caso dei lavori forzati degli iuguri). Ben venga una filiera italiana. Il problema che si pone sarà legato, come sempre, al di là degli iter autorizzativi che si possono semplificare al massimo, alla competitività del prezzo italiano
Purtroppo il PNRR dedica complessivamente allo sviluppo delle rinnovabili meno del 5% dei 191 mld di euro disponibili. Purtroppo è stato pensato ed approvato in un contesto geopolitico ed energetico totalmente diverso dall’attuale. Per questo Fratelli d’Italia ritiene che il PNRR debba essere aggiornato, anche alla luce del REpower EU presentato recentemente dalla Commissione Europea.
Questo deve ovviamente valere, al solito, per tutte le fonti rinnovabili e non solo per il fotovoltaico; detto questo, la proposta così formulata è un cane con solo due zampe. Deve essere contestualmente prevista un'analoga filiera per il trattamento degli impianti a fine vita e per i consumabili a fine vita (le batterie) e deve essere assolutamente rafforzata la ricerca sui sistemi di accumulo per le evidenti criticità degli stoccaggi elettrochimici (dipendenza dai materiali)
Occorre tutelare le nostre filiere produttive, anche sostenendone la conversione, e promuovere lo sviluppo di nuove filiere industriali di settore con capacità produttiva nazionale di pannelli fotovoltaici, inverter, sistemi di accumulo, aerogeneratori eolici, batterie e mobilità elettrica
Si tende così a ridurre la dipendenza dell’Italia da fornitori esteri.
Questa è una priorità assoluta perché il nostro Paese deve puntare a sviluppare una filiera delle rinnovabili, a partire dai componenti per impianti fotovoltaici per ridurre la dipendenza estera e generare opportunità di sviluppo e lavoro nel nostro territorio.
Premessa
Il fotovoltaico è una realtà matura, sotto il profilo industriale ed economico.
Le aziende italiane del fotovoltaico hanno realizzato oltre 1 milione di impianti, con una potenza complessiva di oltre 23 GW e una produzione annua di 25 miliardi di kWh, pari a circa l’8% di contributo sulla domanda totale nazionale.
L’occupazione nel settore del fotovoltaico riguarda già oggi alcune decine di migliaia di persone, tra occupati diretti e indiretti, e si supereranno le 100 mila unità se si riesce a installare per diversi anni una potenza dell’ordine di 10 GWp/anno, necessari per assicurare elettricità a costi contenuti, ridurre la dipendenza dal gas e raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione.
L’elettricità da fotovoltaico costa più o meno come costava l’elettricità acquistata sul mercato prima della crisi iniziata a metà 2021. Utilizzare il fotovoltaico è quindi nell’interesse generale del Paese.
Basta quindi con atteggiamenti punitivi o di sufficienza verso gli operatori del settore, che al contrario vanno rispettati e considerati come interlocutori indispensabili per raggiungere gli obiettivi di politica energetica.
L’utilità economica del fotovoltaico è un dato acquisito per tutti coloro che hanno un impianto fotovoltaico sul tetto di casa o dell’azienda, o che partecipano a comunità energetiche. Tali soggetti, infatti, traggono beneficio immediato dalla disponibilità di energia a costi contenuti e stabili, soprattutto quando autoconsumata. Ogni tipo di intervento utile a supportare l’autoconsumo, per le famiglie come per le aziende, è sempre più urgente, specialmente alla luce degli altissimi prezzi dell’energia che si stanno registrando in questi mesi. Ormai non è più solo un tema di rispetto di obiettivi europei, perché dalle vostre scelte dipende la sopravvivenza di aziende e la stabilità economica di tutte o quasi le famiglie italiane.
Allo stesso tempo, gli impianti agrivoltaici e gli impianti di grande e media taglia a terra sono indispensabili per abbattere i costi dell’energia per la generalità dei consumatori, oltre che per raggiungere gli obiettivi della transizione energetica. Anche per questa tipologia di impianti sono dunque necessarie chiarezza di intenti, stabilità del quadro normativo e misure di sostegno.
ITALIA SOLARE ritiene che un deciso sostegno al fotovoltaico possa essere attuato senza particolari oneri a carico della finanza pubblica. Infatti:
- le misure di sostegno al fotovoltaico attuate ricorrendo alle usuali tariffe incentivanti sull’energia prodotta NON generano costi ma vantaggi per i consumatori elettrici, in quanto i bassi costi di produzione del fotovoltaico consentono tariffe di gran lunga inferiori ai prezzi di mercato dell’elettricità, sia attuali sia attesi nel prossimo futuro;
- le misure di sostegno a carattere fiscale spingerebbero un’accelerazione delle installazioni, ora più che mai urgente e necessaria, venendo in buona parte coperte dalle entrate provenienti proprio dall’attesa forte crescita del settore (tassazioni sugli utili e su parte del costo del lavoro e sugli interessi passivi, gettito IVA).
Di seguito sono elencate alcune proposte sulle quali si chiede alle forze politiche di esprimere posizione.
Proposte di carattere generale
- Basta con le norme improvvise, disarticolate, retroattive e talora di dubbia costituzionalità. In tale categoria ricade la norma sugli extra-ricavi degli impianti a fonti rinnovabili (articolo 15-bis del DL 4/2022), il cui periodo di applicazione è stato addirittura esteso dal DL 125/2022 fino al 2023. L’evidente iniquità di tale provvedimento ha fatto perdere credibilità all’Italia e ha portato a migliaia di contenziosi che riempiranno i tribunali italiani nelle prossime settimane. Inoltre, l’art. 15-bis in questione arreca un danno enorme alle decine di migliaia di imprese che si sono dotate di impianti di autoproduzione, costrette a cedere l’elettricità non consumata a un prezzo 8-10 volte inferiore al prezzo che pagano quando la acquistano sul mercato. Tutto ciò benché i bilanci e le semestrali delle aziende stiano certificando che chi ha registrato utili stratosferici non sono certo stati i proprietari di impianti di produzione di energia rinnovabile, ma i fossili. Si chiede di eliminare l’articolo 15-bis del DL 4/2022, punitivo solo nei confronti delle fonti rinnovabili, passando a un contributo straordinario da calcolare sui veri extraprofitti (utili aggiuntivi rispetto a quelli del 2019) delle aziende che risultano dai bilanci consuntivi dell’esercizio 2021, anche da ripetere sui bilanci 2022. Invitiamo inoltre a valutare l’opportunità di tassare gli extraprofitti non solo del settore energia, ma di tutti i settori, per equità e per aiutare davvero gli italiani.
- consultare preventivamente gli operatori per le necessarie misure sulla riforma del settore elettrico e per gli urgenti decreti attuativi delle norme di recepimento delle direttive europee sulle rinnovabili e sul mercato elettrico. A tal proposito chiediamo che sia istituito un tavolo permanente di consultazione tra MiTE, gli altri Ministeri coinvolti (tra i quali il Mef, per le misure di carattere fiscale), le regioni (in particolare per le aree idonee e il burden sharing) e le principali associazioni rappresentative del mondo imprenditoriale del settore delle energie rinnovabili.
- Tutte le articolazioni dello Stato centrale devono agire in modo coerente e con consapevolezza dell’importanza del fotovoltaico per gli obiettivi economici, sociali e ambientali del Paese. In particolare, le valutazioni ambientali e paesaggistiche devono essere svolte sulla base di criteri trasparenti e oggettivi, fissati normativamente. Inoltre, occorre evitare interventi con finalità paesaggistica che si traducono in un divieto generalizzato di installazione di impianti agrivoltaici e fotovoltaici in aree agricole.
- È indispensabile che Stato e Regioni marcino nella stessa direzione: si condividano e ripartiscano rapidamente gli obiettivi, a cominciare da una rapidissima individuazione delle aree idonee. Le regole e la pianificazione regionale non devono in alcun modo porsi in contrasto o impedire la realizzazione di interventi consentiti dalle leggi nazionali.
- I soggetti pubblici che svolgono funzioni in materia di fonti rinnovabili devono assumere un atteggiamento positivo e costruttivo verso gli operatori. Non ha senso sottoporre a controlli del GSE (salvo violazioni rilevanti per la legge) impianti in esercizio da più di dieci anni, sui quali occorre invece promuovere interventi di ammodernamento e potenziamenti. Parimenti, i concessionari dei servizi di trasmissione e distribuzione devono agire con maggiore trasparenza e con tempi più stringenti, in particolare per la connessione degli impianti alla rete elettrica, prevedendo congrue penalità in caso di ritardi.
- Rafforzamento strutturale del personale ministeriale e regionale dedicato all’energia, destinando integralmente a questo scopo i contributi provenienti dal pagamento degli oneri istruttori per le procedure di autorizzazione e, ove non sufficienti, facendo ricorso al meccanismo di finanziamento di ARERA, nel limite massimo già stabilito dalla legge per la sola ARERA.
- Attuare un piano straordinario di rafforzamento delle reti, specie di distribuzione, in coerenza con la localizzazione delle aree idonee già individuate dallo Stato e di quelle che saranno individuate dalle regioni, per garantire infrastrutture elettriche adeguate alla inevitabile e urgente crescita della produzione, stoccaggio, trasporto e utilizzo dell’energia elettrica. A tal fine riteniamo che le società che gestiscono le reti in regime di concessione pubblica non possano svolgere altre attività, direttamente o indirettamente.
- Impiegare in modo più selettivo le risorse finanziarie destinate a contenere il caro energia: gli aiuti diretti siano limitati alle famiglie più bisognose e alle aziende a immediato rischio concorrenza. Le restanti risorse finanziarie vanno utilizzate per il sostegno alle imprese che si doteranno di impianti fotovoltaici, anche con accumulo, che costituiscono una soluzione strutturale per ridurre gli effetti dell’incremento dei prezzi di mercato dell’energia.
Tempestiva attuazione delle norme di legge
Troppo spesso ottime norme di legge non producono gli effetti attesi, sia per dubbi interpretativi, sia per mancata o ritardata emanazione dei decreti attuativi.
- È indispensabile comporre un quadro chiaro dei procedimenti autorizzativi, molto semplificati con il DL 17/2022, in particolare per gli impianti in aree idonee. Tuttavia, permangono dubbi interpretativi, alcuni dei quali già segnalati da ITALIA SOLARE al MiTE. La delega al Governo introdotta dall’articolo 26 della legge 118/2022 è l’occasione per chiarire e semplificare ulteriormente il quadro.
- È necessario emanare tempestivamente i decreti e i provvedimenti attuativi dei decreti legislativi 199/2021 (sulle fonti rinnovabili) e 210/2021 (sul mercato elettrico), in particolare per:
- individuare le aree idonee e i contingenti minimi di installazione di impianti a fonte rinnovabile a carico di ciascuna regione (burden sharing)
- definire misure di sostegno della produzione elettrica, mediante meccanismi tariffari, dell’autoconsumo e delle comunità energetiche, mantenendo la struttura incentivante a premio utilizzata in fase sperimentale; autoconsumo e comunità energetiche sono uno strumento formidabile per attenuare gli effetti del caro energia, e quindi l’attuazione delle norme di legge su tali configurazioni è particolarmente urgente
- attuare meccanismi di promozione degli accumuli, sia accoppiati agli impianti di generazione sia centralizzati
- incentivare l’idrogeno prodotto da fonte rinnovabile.
Occorre, inoltre, emanare le regole per l’agrivoltaico, in modo da favorire l’integrazione tra produzione energetica e produzione agricola.
Proposte di nuove misure
La realizzazione di impianti fotovoltaici ha impatti positivi anche sotto l’aspetto sociale e occupazionale, per questo sono necessarie nuove misure di sostegno per accelerare la loro realizzazione.
A riguardo auspichiamo:
- l’introduzione di agevolazioni fiscali adeguate e di semplice fruizione, quali ad esempio il credito d’imposta per gli impianti fotovoltaici per le imprese: vista l’accresciuta convenienza economica degli impianti fotovoltaici si ritiene sufficiente un credito d’imposta dell’ordine del 25-30% sull’impianto fotovoltaico per accelerare le installazioni e una quota maggiore, dell’ordine almeno del 50%, a supporto degli investimenti in accumuli elettrochimici. Una quota di credito d’imposta maggiore deve essere riservata alle spese necessarie per la rimozione dell’amianto con contestuale sostituzione dello stesso con il fotovoltaico.
- la semplificazione delle modalità di fruizione della detrazione fiscale, già prevista dal D.P.R 917/1986 per le famiglie, con riduzione a cinque anni del periodo di detrazione e il passaggio della quota detraibile dal 50% al 65%. La stessa detrazione deve essere possibile anche per i soli investimenti in accumuli elettrochimici nel caso di impianti fotovoltaici incentivati
- l’introduzione di una garanzia statale ad hoc per le banche che copra il 100% dell’importo delfinanziamento per il fotovoltaico a servizio delle imprese e per gli impianti nella disponibilità delle comunità energetiche
- uno strumento finanziario ad-hoc gestito da CDP per l’acquisto dei crediti fiscali non monetizzati, da applicare anche ai crediti fiscali già maturati
- i dati di misura siano gestiti non più dai distributori ma da un soggetto indipendente e terzo (ad esempio tramite il Sistema Informativo Integrato), a cui i vari soggetti interessati possano accedere per le rispettive esigenze
- misure per il massivo utilizzo delle coperture degli edifici con moduli fotovoltaici, anche ricorrendo agli strumenti previsti dal PNIEC, con obblighi di installazione di fotovoltaico o cessione del diritto di superficie a terzi, accompagnati da incentivi. Tali obblighi potrebbero essere introdotti con gradualità, anche a seguito della campagna informativa di cui al punto seguente
- l’avvio di una capillare campagna comunicativa e di sensibilizzazione a beneficio di famiglie e imprese, che evidenzi i vantaggi anche economici del fotovoltaico, sia in autoconsumo e comunità energetiche, sia in impianti che immettono l’energia prodotta nella rete elettrica. In particolare, si suggerisce l’utilizzo delle bollette come strumento prioritario di comunicazione per promuovere il fotovoltaico
- la promozione di insediamenti industriali con linee produttive per la filiera fotovoltaica e degli stoccaggi, tramite un piano speciale che vada oltre quanto previsto dal PNRR. Particolare attenzione deve essere rivolta agli iter autorizzativi, che devono essere semplificati e con tempi certi, sia per gli stabilimenti produttivi sia per gli impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile a servizio degli stessi stabilimenti, per prevedere costi energetici stabili e convenienti.