Elezioni politiche 2022: le proposte di ITALIA SOLARE ai partiti

ITALIA SOLARE, in una lettera inviata a tutti i partiti, lancia la sua ricetta per ridurre le bollette degli italiani e chiede ai partiti di rispondere in modo puntuale alle sue proposte di interventi strutturali e risolutivi:

  • Credito d’imposta per le imprese;
  • Promuovere autoconsumo e comunità energetiche;
  • Regole chiare per l’agrivoltaico;
  • Portare le detrazioni fiscali dal 50% in 10 anni al 65% in 5 anni;
  • Snellire le autorizzazioni per favorire lo sviluppo dei grandi impianti;
  • Avviare una campagna comunicativa e di sensibilizzazione a beneficio di famiglie e imprese.

 

Leggi di seguito le risposte dei partiti.

Guarda il video di ITALIA SOLARE
con le proposte per contrastare
il caro energia

Le risposte dei partiti alle proposte di italia solare

Si impegna ad abolire l’articolo 15-bis?

Sostituirebbe l’articolo 15 bis con un prelievo sugli extra-utili di un anno per tutte le aziende di tutti i settori?

Si impegna a richiedere che le associazioni delle rinnovabili vengano coinvolte regolarmente nella valutazione preventiva delle norme del settore energia?

È d’accordo nel lavorare perché le sovrintendenze rispettino le leggi sui vincoli esistenti e non possano valutare soggettivamente i progetti in attesa di autorizzazione?

Si impegna affinché si velocizzi al massimo l’individuazione delle aree idonee all’installazione degli impianti a energia rinnovabile?

Si impegna a promuovere una legge che limiti i controlli del GSE ai primi anni di esercizio degli impianti che beneficiano di incentivi, includendo nel suddetto limite anche gli impianti che hanno beneficiato del Conto Energia (risalenti a circa 10 anni fa)?

Si impegna a rafforzare l’organico del MiTE e degli uffici regionali responsabili del settore energia?

Si impegna a promuovere il rafforzamento delle reti elettriche di distribuzione e trasmissione energia e a tal fine a lavorare perché i concessionari delle reti non si occupino in nessun modo, né direttamente né indirettamente, di attività diverse da quelle strettamente oggetto della concessione?

Si impegna a far dedicare le risorse contro il caro energia, gran parte delle quali provenienti dagli impianti a energia rinnovabile, a chi ne ha davvero bisogno?

Si impegna a redigere un quadro normativo integrato e semplificato per i procedimenti autorizzativi degli impianti a energia rinnovabile?

Si impegna a far approvare i decreti attuativi di cui sopra entro la fine di marzo 2023?

Si impegna a introdurre un credito d’imposta a favore delle imprese che investono nel fotovoltaico?

Si impegna ad aumentare la detrazione IRPEF per gli impianti fotovoltaici residenziali dal 50% al 65% riducendo il periodo di applicazione da 10 a 5 anni?

Si impegna a lavorare per introdurre una garanzia statale a copertura dei finanziamenti dedicati a impianti fotovoltaici per le imprese?

Si impegna a lavorare perché CDP acquisisca i crediti fiscali del Superbonus ancora non ceduti al fine di salvare migliaia di aziende?

Si impegna a lavorare per incaricare un soggetto diverso dai distributori per la lettura e gestione dei dati di misura delle produzioni degli impianti fotovoltaici?

Si impegna a lavorare affinché ogni proprietario di edificio installi un impianto fotovoltaico, sia proprio sia di terzi che userebbero lo spazio a fronte di un ritorno (economico o meglio energetico) per il proprietario dell’immobile?

Si impegna a promuovere campagne di comunicazione per stimolare la diffusione del solare fotovoltaico?

Si impegna a supportare iniziative di sostegno per nuovi insediamenti di produzione di componenti per impianti fotovoltaici (ad es. moduli e inverter)?

Premessa

Il fotovoltaico è una realtà matura, sotto il profilo industriale ed economico.

Le aziende italiane del fotovoltaico hanno realizzato oltre 1 milione di impianti, con una potenza complessiva di oltre 23 GW e una produzione annua di 25 miliardi di kWh, pari a circa l’8% di contributo sulla domanda totale nazionale.

L’occupazione nel settore del fotovoltaico riguarda già oggi alcune decine di migliaia di persone, tra occupati diretti e indiretti, e si supereranno le 100 mila unità se si riesce a installare per diversi anni una potenza dell’ordine di 10 GWp/anno, necessari per assicurare elettricità a costi contenuti, ridurre la dipendenza dal gas e raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione.

L’elettricità da fotovoltaico costa più o meno come costava l’elettricità acquistata sul mercato prima della crisi iniziata a metà 2021. Utilizzare il fotovoltaico è quindi nell’interesse generale del Paese.

Basta quindi con atteggiamenti punitivi o di sufficienza verso gli operatori del settore, che al contrario vanno rispettati e considerati come interlocutori indispensabili per raggiungere gli obiettivi di politica energetica.

L’utilità economica del fotovoltaico è un dato acquisito per tutti coloro che hanno un impianto fotovoltaico sul tetto di casa o dell’azienda, o che partecipano a comunità energetiche. Tali soggetti, infatti, traggono beneficio immediato dalla disponibilità di energia a costi contenuti e stabili, soprattutto quando autoconsumata. Ogni tipo di intervento utile a supportare l’autoconsumo, per le famiglie come per le aziende, è sempre più urgente, specialmente alla luce degli altissimi prezzi dell’energia che si stanno registrando in questi mesi. Ormai non è più solo un tema di rispetto di obiettivi europei, perché dalle vostre scelte dipende la sopravvivenza di aziende e la stabilità economica di tutte o quasi le famiglie italiane.

Allo stesso tempo, gli impianti agrivoltaici e gli impianti di grande e media taglia a terra sono indispensabili per abbattere i costi dell’energia per la generalità dei consumatori, oltre che per raggiungere gli obiettivi della transizione energetica. Anche per questa tipologia di impianti sono dunque necessarie chiarezza di intenti, stabilità del quadro normativo e misure di sostegno.

ITALIA SOLARE ritiene che un deciso sostegno al fotovoltaico possa essere attuato senza particolari oneri a carico della finanza pubblica. Infatti:
  1. le misure di sostegno al fotovoltaico attuate ricorrendo alle usuali tariffe incentivanti sull’energia prodotta NON generano costi ma vantaggi per i consumatori elettrici, in quanto i bassi costi di produzione del fotovoltaico consentono tariffe di gran lunga inferiori ai prezzi di mercato dell’elettricità, sia attuali sia attesi nel prossimo futuro;
  2. le misure di sostegno a carattere fiscale spingerebbero un’accelerazione delle installazioni, ora più che mai urgente e necessaria, venendo in buona parte coperte dalle entrate provenienti proprio dall’attesa forte crescita del settore (tassazioni sugli utili e su parte del costo del lavoro e sugli interessi passivi, gettito IVA).

Di seguito sono elencate alcune proposte sulle quali si chiede alle forze politiche di esprimere posizione.

Proposte di carattere generale

  • Basta con le norme improvvise, disarticolate, retroattive e talora di dubbia costituzionalità. In tale categoria ricade la norma sugli extra-ricavi degli impianti a fonti rinnovabili (articolo 15-bis del DL 4/2022), il cui periodo di applicazione è stato addirittura esteso dal DL 125/2022 fino al 2023. L’evidente iniquità di tale provvedimento ha fatto perdere credibilità all’Italia e ha portato a migliaia di contenziosi che riempiranno i tribunali italiani nelle prossime settimane. Inoltre, l’art. 15-bis in questione arreca un danno enorme alle decine di migliaia di imprese che si sono dotate di impianti di autoproduzione, costrette a cedere l’elettricità non consumata a un prezzo 8-10 volte inferiore al prezzo che pagano quando la acquistano sul mercato. Tutto ciò benché i bilanci e le semestrali delle aziende stiano certificando che chi ha registrato utili stratosferici non sono certo stati i proprietari di impianti di produzione di energia rinnovabile, ma i fossili. Si chiede di eliminare l’articolo 15-bis del DL 4/2022, punitivo solo nei confronti delle fonti rinnovabili, passando a un contributo straordinario da calcolare sui veri extraprofitti (utili aggiuntivi rispetto a quelli del 2019) delle aziende che risultano dai bilanci consuntivi dell’esercizio 2021, anche da ripetere sui bilanci 2022. Invitiamo inoltre a valutare l’opportunità di tassare gli extraprofitti non solo del settore energia, ma di tutti i settori, per equità e per aiutare davvero gli italiani.
  • consultare preventivamente gli operatori per le necessarie misure sulla riforma del settore elettrico e per gli urgenti decreti attuativi delle norme di recepimento delle direttive europee sulle rinnovabili e sul mercato elettrico. A tal proposito chiediamo che sia istituito un tavolo permanente di consultazione tra MiTE, gli altri Ministeri coinvolti (tra i quali il Mef, per le misure di carattere fiscale), le regioni (in particolare per le aree idonee e il burden sharing) e le principali associazioni rappresentative del mondo imprenditoriale del settore delle energie rinnovabili.
  1. Tutte le articolazioni dello Stato centrale devono agire in modo coerente e con consapevolezza dell’importanza del fotovoltaico per gli obiettivi economici, sociali e ambientali del Paese. In particolare, le valutazioni ambientali e paesaggistiche devono essere svolte sulla base di criteri trasparenti e oggettivi, fissati normativamente. Inoltre, occorre evitare interventi con finalità paesaggistica che si traducono in un divieto generalizzato di installazione di impianti agrivoltaici e fotovoltaici in aree agricole.
  2. È indispensabile che Stato e Regioni marcino nella stessa direzione: si condividano e ripartiscano rapidamente gli obiettivi, a cominciare da una rapidissima individuazione delle aree idonee. Le regole e la pianificazione regionale non devono in alcun modo porsi in contrasto o impedire la realizzazione di interventi consentiti dalle leggi nazionali.
  3. I soggetti pubblici che svolgono funzioni in materia di fonti rinnovabili devono assumere un atteggiamento positivo e costruttivo verso gli operatori. Non ha senso sottoporre a controlli del GSE (salvo violazioni rilevanti per la legge) impianti in esercizio da più di dieci anni, sui quali occorre invece promuovere interventi di ammodernamento e potenziamenti. Parimenti, i concessionari dei servizi di trasmissione e distribuzione devono agire con maggiore trasparenza e con tempi più stringenti, in particolare per la connessione degli impianti alla rete elettrica, prevedendo congrue penalità in caso di ritardi.
  4. Rafforzamento strutturale del personale ministeriale e regionale dedicato all’energia, destinando integralmente a questo scopo i contributi provenienti dal pagamento degli oneri istruttori per le procedure di autorizzazione e, ove non sufficienti, facendo ricorso al meccanismo di finanziamento di ARERA, nel limite massimo già stabilito dalla legge per la sola ARERA.
  5. Attuare un piano straordinario di rafforzamento delle reti, specie di distribuzione, in coerenza con la localizzazione delle aree idonee già individuate dallo Stato e di quelle che saranno individuate dalle regioni, per garantire infrastrutture elettriche adeguate alla inevitabile e urgente crescita della produzione, stoccaggio, trasporto e utilizzo dell’energia elettrica. A tal fine riteniamo che le società che gestiscono le reti in regime di concessione pubblica non possano svolgere altre attività, direttamente o indirettamente.
  6. Impiegare in modo più selettivo le risorse finanziarie destinate a contenere il caro energia: gli aiuti diretti siano limitati alle famiglie più bisognose e alle aziende a immediato rischio concorrenza. Le restanti risorse finanziarie vanno utilizzate per il sostegno alle imprese che si doteranno di impianti fotovoltaici, anche con accumulo, che costituiscono una soluzione strutturale per ridurre gli effetti dell’incremento dei prezzi di mercato dell’energia.

Tempestiva attuazione delle norme di legge

Troppo spesso ottime norme di legge non producono gli effetti attesi, sia per dubbi interpretativi, sia per mancata o ritardata emanazione dei decreti attuativi.

  1. È indispensabile comporre un quadro chiaro dei procedimenti autorizzativi, molto semplificati con il DL 17/2022, in particolare per gli impianti in aree idonee. Tuttavia, permangono dubbi interpretativi, alcuni dei quali già segnalati da ITALIA SOLARE al MiTE. La delega al Governo introdotta dall’articolo 26 della legge 118/2022 è l’occasione per chiarire e semplificare ulteriormente il quadro.
  2. È necessario emanare tempestivamente i decreti e i provvedimenti attuativi dei decreti legislativi 199/2021 (sulle fonti rinnovabili) e 210/2021 (sul mercato elettrico), in particolare per:
  • individuare le aree idonee e i contingenti minimi di installazione di impianti a fonte rinnovabile a carico di ciascuna regione (burden sharing)
  • definire misure di sostegno della produzione elettrica, mediante meccanismi tariffari, dell’autoconsumo e delle comunità energetiche, mantenendo la struttura incentivante a premio utilizzata in fase sperimentale; autoconsumo e comunità energetiche sono uno strumento formidabile per attenuare gli effetti del caro energia, e quindi l’attuazione delle norme di legge su tali configurazioni è particolarmente urgente
  • attuare meccanismi di promozione degli accumuli, sia accoppiati agli impianti di generazione sia centralizzati
  • incentivare l’idrogeno prodotto da fonte rinnovabile.

Occorre, inoltre, emanare le regole per l’agrivoltaico, in modo da favorire l’integrazione tra produzione energetica e produzione agricola.

Proposte di nuove misure

La realizzazione di impianti fotovoltaici ha impatti positivi anche sotto l’aspetto sociale e occupazionale, per questo sono necessarie nuove misure di sostegno per accelerare la loro realizzazione.
A riguardo auspichiamo:

  1. l’introduzione di agevolazioni fiscali adeguate e di semplice fruizione, quali ad esempio il credito d’imposta per gli impianti fotovoltaici per le imprese: vista l’accresciuta convenienza economica degli impianti fotovoltaici si ritiene sufficiente un credito d’imposta dell’ordine del 25-30% sull’impianto fotovoltaico per accelerare le installazioni e una quota maggiore, dell’ordine almeno del 50%, a supporto degli investimenti in accumuli elettrochimici. Una quota di credito d’imposta maggiore deve essere riservata alle spese necessarie per la rimozione dell’amianto con contestuale sostituzione dello stesso con il fotovoltaico.
  2. la semplificazione delle modalità di fruizione della detrazione fiscale, già prevista dal D.P.R 917/1986 per le famiglie, con riduzione a cinque anni del periodo di detrazione e il passaggio della quota detraibile dal 50% al 65%. La stessa detrazione deve essere possibile anche per i soli investimenti in accumuli elettrochimici nel caso di impianti fotovoltaici incentivati
  3. l’introduzione di una garanzia statale ad hoc per le banche che copra il 100% dell’importo delfinanziamento per il fotovoltaico a servizio delle imprese e per gli impianti nella disponibilità delle comunità energetiche
  4. uno strumento finanziario ad-hoc gestito da CDP per l’acquisto dei crediti fiscali non monetizzati, da applicare anche ai crediti fiscali già maturati
  1. i dati di misura siano gestiti non più dai distributori ma da un soggetto indipendente e terzo (ad esempio tramite il Sistema Informativo Integrato), a cui i vari soggetti interessati possano accedere per le rispettive esigenze
  1. misure per il massivo utilizzo delle coperture degli edifici con moduli fotovoltaici, anche ricorrendo agli strumenti previsti dal PNIEC, con obblighi di installazione di fotovoltaico o cessione del diritto di superficie a terzi, accompagnati da incentivi. Tali obblighi potrebbero essere introdotti con gradualità, anche a seguito della campagna informativa di cui al punto seguente
  1. l’avvio di una capillare campagna comunicativa e di sensibilizzazione a beneficio di famiglie e imprese, che evidenzi i vantaggi anche economici del fotovoltaico, sia in autoconsumo e comunità energetiche, sia in impianti che immettono l’energia prodotta nella rete elettrica. In particolare, si suggerisce l’utilizzo delle bollette come strumento prioritario di comunicazione per promuovere il fotovoltaico
  1. la promozione di insediamenti industriali con linee produttive per la filiera fotovoltaica e degli stoccaggi, tramite un piano speciale che vada oltre quanto previsto dal PNRR. Particolare attenzione deve essere rivolta agli iter autorizzativi, che devono essere semplificati e con tempi certi, sia per gli stabilimenti produttivi sia per gli impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile a servizio degli stessi stabilimenti, per prevedere costi energetici stabili e convenienti.