Le 10 priorità per lo sviluppo del FV
NOTA PER IL MINISTRO PICHETTO FRATIN SU PRIORITÀ PER LO SVILUPPO DEL FOTOVOLTAICO
Le proposte di ITALIA SOLARE
ITALIA SOLARE è la sola associazione italiana dedicata unicamente al fotovoltaico, che rappresenta la tecnologia che entro il 2050 coprirà oltre il 60% della domanda di energia elettrica dell’Italia.
ITALIA SOLARE conta 1.177 soci (a giugno 2023), che rappresentano 16.600 dipendenti e 26 miliardi di fatturato (anno 2022).
Il fotovoltaico ha il potenziale tecnico ed economico per contribuire in modo sostanziale alla fornitura di energia a costi stabili e contenuti, migliorare la sicurezza energetica, ridurre le emissioni inquinanti e di gas a effetto serra, creare migliaia di posti di lavoro.
In questa nota ITALIA SOLARE presenta proposte con riferimento agli obiettivi 2030, con un approccio funzionale anche agli obiettivi di più lungo termine.
AREE IDONEE
Si ritiene che la rapida conclusione del processo di individuazione delle aree idonee sia essenziale per assicurare una ordinata diffusione del fotovoltaico, ma anche per un più efficiente sviluppo dei sistemi di accumulo e delle infrastrutture di rete.
Auspichiamo vivamente che le aree idonee costituiscano le aree di accelerazione previste dalla REDIII, per le quali sia svolta la VAS (Valutazione Ambientale Strategica), al cui esito positivo gli impianti localizzati nell’area sono automaticamente autorizzati. Raccomandiamo inoltre:
- la salvaguardia dell’idoneità delle aree già classificate tali dalle leggi statali, in particolare delle aree prospicienti a strutture e aree produttive
- che tutti gli impianti in aree agricole classificate come aree idonee abbiano diritto di accesso a tutti i meccanismi di sostegno, indipendentemente dalla tipologia costruttiva (con moduli a terra, agrivoltaici, agrivoltaici “innovativi”);
- che siano individuate come idonee aree, anche agricole, di scarso pregio sulle quali consentire l’installazione di impianti con moduli a terra per la produzione di energia a basso costo;
- che l’agrivoltaico possa essere sviluppato evitando vincoli restrittivi sulle possibili opzioni tecnologiche, ferma la continuità dell’attività agricola;
- che sia previsto lo sviluppo accelerato di reti e accumuli funzionali alla completa valorizzazione dell’energia prodotta dagli impianti in aree idonee.
PIANO STRAORDINARIO PER IL PIENO UTILIZZO DELLA PRODUCIBILITÀ FOTOVOLTAICA
Senza lo sviluppo di accumuli e infrastrutture di rete si rischia di vanificare gli sforzi profusi, rallentando fortemente la diffusione degli impianti fotovoltaici perché non sufficientemente utilizzati. Buona cosa la rapida attuazione della disciplina ARERA sugli accumuli centralizzati, ma chiediamo di vigilare affinché si eviti il rischio di eccessiva concentrazione di controllo degli accumuli.
- Il meccanismo di approvvigionamento di capacità di stoccaggi centralizzati promuova una progressione della realizzazione di sistemi di accumulo, sia su rete di trasmissione che di distribuzione, coerente con il fabbisogno connesso agli obiettivi sulle rinnovabili non programmabili;
- Gli accumuli non devono essere considerati come impianti di produzione e non devono concorrere alla saturazione della capacità della rete;
- Priorità agli accumuli per il collegamento alla rete elettrica;
- Il FERX sostenga, tramite contingenti dedicati, gli accumuli integrati con gli impianti fotovoltaici.
- Nelle aree idonee si favorisca la creazione di accumuli centralizzati in capo ai produttori da fonti rinnovabili, per massimizzare il servizio di “time shift”, con corsie privilegiate per il collegamento alla rete.
- Sostenere l’insediamento di imprese nelle zone con elevata densità di impianti e aree idonee, in vista dell’auspicato e rapido superamento del PUN a favore del prezzo zonale.
MERCATO ELETTRICO
Anche le attuali regole di mercato elettrico frenano lo sviluppo del fotovoltaico, in particolare nel Mezzogiorno, area a più elevato potenziale di energia solare e di energia eolica. L’insufficienza di infrastrutture di rete e di accumuli aumenta la frequenza di prezzi zonali dell’energia bassissimi o nulli. Ciò scoraggia gli investitori del fotovoltaico e non va a beneficio dei consumatori locali. Questo problema, insieme alla impossibilità di accesso ai meccanismi di sostegno per gli impianti ubicati in aree agricole, comporta il rischio che diverse migliaia di MW di impianti già autorizzati non siano realizzati, e quindi che gli obiettivi 2030 restino irraggiungibili.
- Occorre superare il PUN, Prezzo Unico Nazionale, per trasferire ai consumatori delle aree a elevata concentrazione di impianti fotovoltaici i benefici di prezzi più contenuti e stabili, ferma la necessità di promuovere sistemi di accumulo e infrastrutture di rete, anche per evitare che i prezzi scendano a livelli incompatibili con investimenti in nuovi impianti.
- Si preveda, nel PNIEC aggiornato, la possibilità di passaggio al sistema di autodispacciamento dell’energia elettrica, sia per semplificare il ricorso ai contratti di lungo termine tra produttori e consumatori, sia per accelerare l’utilizzo di tutte le risorse di flessibilità, compreso il demand response.
FOTOVOLTAICO IN AREE AGRICOLE E AGRIVOLTAICO
È un tema che intreccia più questioni, alcune delle quali già richiamate a proposito di aree idonee e di mercato elettrico. Attualmente vige il divieto di accesso agli incentivi (compresi i contratti per differenza) per il fotovoltaico in aree agricole con moduli a terra, divieto che non si applica per gli impianti agrivoltaici “elevati”, cioè con moduli ad altezza minima da terra di 2,1 m in aree destinate a coltivazioni e di 1,3 m in aree destinate all’allevamento, come previsto dalle Linee guida del MASE, divenute standard autorizzativo anche per le regioni e, soprattutto, per gli orientamenti ministeriali espressi nelle bozze di decreto aree idonee divenute pubbliche.
Nel frattempo, vengono autorizzati (e in parte costruiti) migliaia di MW di impianti fotovoltaici con moduli a terra collocati in aree agricole, nel presupposto che la cessione di energia a mercato sia sufficiente per il ritorno degli investimenti. Come già detto, questo presupposto rischia di essere frustrato dalla carenza di infrastrutture e dalle attuali regole di mercato. È dunque possibile che in aree agricole si realizzino prevalentemente i soli impianti agrivoltaici innovativi, nella misura in cui siano disponibili generosi incentivi per coprire i maggiori costi: tali incentivi sono attualmente quelli del PNRR; in futuro occorrerebbe aggiungere risorse nazionali, eventualmente anche gravanti sulle bollette elettriche. Peraltro, impianti con tali altezze “minime” avrebbero un grave impatto paesaggistico, con rischio di rigetto da parte delle comunità locali.
- Si chiarisca che tutti gli impianti fotovoltaici in aree idonee hanno diritto di accesso agli incentivi, anche se con moduli a terra.
- Vengano aggiornate le Linee guida MASE sull’agrivoltaico, in modo da superare il requisito di altezza minima 2,1 m e 1,3 m di cui si è detto, ammettendo deroghe ove si dimostri che la coesistenza tra attività agricola e fotovoltaico è ottenuta anche con altezze minori.
- Si valuti la possibilità di una deroga al divieto di accesso ai contratti per differenza per le migliaia di MW di impianti con moduli a terra in aree agricole già autorizzati, anche con contingenti aggiuntivi dedicati, per evitare che i progetti siano abbandonati, con grave rischio per gli obiettivi 2030.
CONNESSIONE DEGLI IMPIANTI ALLA RETE ELETTRICA
Segnaliamo due principali problemi: 1) tempi di connessione eccessivamente lunghi, incompatibili ai fini del raggiungimento degli obiettivi; 2) la cosiddetta saturazione virtuale delle reti, causata da domande di connessione alla rete di fotovoltaico ed eolico attualmente pari ad almeno 4 volte la nuova potenza rinnovabile da realizzare al 2030, come indicata dal Ministero nella proposta di PNIEC. Ciò causa confusione riguardo agli sviluppi di rete e un’insostenibile pressione sugli uffici nazionali e regionali preposti alle valutazioni ambientali e alle autorizzazioni.
- Si promuova l’adozione, da parte di ARERA, di regole di connessione dedicate al fotovoltaico, considerato che circa il 99,5% delle nuove connessioni effettuate ogni anno riguardano impianti fotovoltaici, in particolare di piccola taglia. Per tali impianti si stabiliscano i casi nei quali il collegamento dell’impianto è possibile con la sola comunicazione al gestore di rete, e le condizioni nel cui rispetto il collegamento può essere effettuato anche da installatori qualificati.
- Si vigili sui comportamenti dei gestori di rete, talora dilatori, talora tendenti a soluzioni complesse, costose e con tempi realizzativi imprevedibili.
- Una volta individuate le aree idonee, tra tutti gli impianti che hanno presentato la domanda di connessione si dia priorità, sia per la connessione (ma anche per i procedimenti autorizzativi) agli impianti collocati in aree idonee; analoga priorità di connessione sia concessa agli impianti in autoconsumo e a quelli in edilizia libera.
- Si responsabilizzino maggiormente i gestori di rete rispetto al potenziamento delle reti esistenti e ai procedimenti autorizzativi. Si suggerisce di prevedere meccanismi che consentano un continuo aggiornamento del piano di sviluppo della rete e la possibilità anche nel caso di pas e Autorizzazione Unica che i produttori richiedano che le procedure di autorizzazione degli interventi sulla rete esistente siano curate direttamente dal gestore di rete. Procedure di pas possono non essere idonee a autorizzare significativi interventi sulla rete AT esistente.
COMPLETARE IL QUADRO DEI MECCANISMI DI SOSTEGNO
Il fotovoltaico come tecnologia di generazione non abbisogna di grandi incentivi, quanto di stabilità dei ricavi, assicurata ad esempio dai contratti per differenza.
Misure di sostegno sono invece necessarie per le infrastrutture di rete e di accumulo, di cui si è già fatto cenno. Parimenti, possono essere necessari aiuti a particolari categorie di utenti del fotovoltaico o di consumatori e ad alcune applicazioni significative, per stimolarli ad affrontare il costo di investimento, che costituisce la voce principale del costo dell’energia da fotovoltaico.
- Si auspica la rapida emanazione del cosiddetto FERX, decreto ministeriale di incentivazione di piccoli e grandi impianti con il meccanismo dei contratti per differenza, previa consultazione pubblica, anche per evitare gli errori del FER1, prevedendo contingenti dedicati per impianti su terreni agricoli (compresi gli agrivoltaici), impianti fotovoltaici con abbinati sistemi di accumulo, impianti fotovoltaici su pensiline e parcheggi.
- Si confida che alla pubblicazione del decreto CERseguano regole applicative del GSE semplici e ispirate a un approccio volto alla massima partecipazione, semplicità e flessibilità, requisiti fondamentali considerato che le CER includono cittadini, autorità locali, piccole e medie imprese. Nel decreto attuativo e nelle regole tecniche del GSE confidiamo trovino soluzione alcuni elementi ad oggi critici (tra i quali ricordiamo: partecipazione dei condomini, attività commerciale della gestione degli impianti sopra i 20 kWp, soggetti beneficiari dei contributi PNRR).
- Si richiede il potenziamento delle detrazioni fiscali per gli impianti fino a 20 kW asserviti a utenze familiari: si propone di portare la detrazione fiscale dal 50 al 65% per impianti dotati di sistemi di accumulo, da ripartire in cinque o dieci anni a scelta del contribuente, e di estendere tale opzione anche a utenze non domestiche e di promuovere la realizzazione degli interventi da parte di soggetti terzi e comunità energetiche, con modalità che evitino esborsi finanziari ai cittadini;.
- Per gli impianti di potenza maggiore di 20 kW asserviti a utenze aziendali: ferma la facoltà di accesso alle tariffe sull’energia, è necessario far fronte alle difficoltà delle aziende di finanziare la realizzazione degli impianti a causa dei limiti di accesso ai fidi. Si propone di rimediare promuovendo l’accesso alla garanzia green di SACE. Ove tali impianti siano collocati su edifici e capannoni per i quali la ricostruzione del tetto è essenziale per potervi collocare i moduli fotovoltaici, sarebbe opportuno concedere anche una adeguata detrazione fiscale.
COMPLETARE LA SEMPLIFICAZIONE DEI PROCEDIMENTI AUTORIZZATIVI
Negli ultimi anni sono state introdotte molte e diverse semplificazioni dei procedimenti autorizzativi, purtroppo con norme diverse, deroghe, eccezioni… e in ogni caso, ci sembra, senza un disegno unitario. Il recente documento del Servizio studi della Camera costituisce evidenza del quadro confuso e frastagliato che emerge da tale approccio. Riteniamo prioritario che si definisca un quadro organico e omogeneo per le procedure autorizzative, ambientali e paesaggistiche. Auspichiamo quindi la rapida definizione del decreto legislativo previsto dall’articolo 26 della legge concorrenza del 2022, con il quale siano introdotte anche, se necessarie, le norme per l’attuazione rapida della disciplina REDIII sulle aree di accelerazione (si veda punto 1).
OBBLIGO INSTALLAZIONE FV
Potenziare l’esistente obbligo di fotovoltaico sugli edifici di nuova costruzione o sottoposti a ristrutturazione rilevante e valutare la possibilità di introdurre con gradualità un obbligo, anche incentivato, di installazione di fotovoltaico sulle coperture dell’edificato esistente, ovvero di messa a disposizione di terzi delle stesse coperture.
FILIERE NAZIONALI
Promuovere lo sviluppo di filiere nazionali di produzione dei componenti degli impianti fotovoltaici, in coordinamento con le iniziative europee in materia.
FORMAZIONE
Lo sviluppo del mercato fotovoltaico crea occupazione, ma oggi le aziende faticano a trovare personale formato. Per questo si richiede l’attivazione di programmi di formazione di tecnici del fotovoltaico agevolando così l’inserimento nel mondo del lavoro giovani ragazzi e ragazze.