Il cambiamento climatico non fa differenze, colpisce tutti senza distinzioni ma quello che cambia è la risposta alle diverse situazioni. E’ il caso dei paesi più poveri, che inquinano meno ma sono colpiti durante dagli effetti del climate change e dell’innalzamento della temperatura globale. Differenze sostanziali si evidenziano anche all’interno dei singoli stati, dove le diverse popolazioni si comportano in maniera differente a seconda delle risorse di cui dispongono.
Per rimanere entro il limite di +2 gradi centigradi stabilito dall’accordo di Parigi, le emissioni globali pro capite dovrebbero limitarsi a 3,4 tonnellate di anidride carbonica, da oggi fino al 2050. Attualmente però sono 6,6, circa il doppio. Lo evidenzia il world inequality lab, l’istituto di ricerca che da circa un decennio studia la disuguaglianze, tra paesi e all’interno dei singoli stati, analizzando anche le disuguaglianze di genere e climatiche, oltre a quelle economiche. le emissioni medie del continente africano sub-sahariano sono di appena 1,6 tonnellate per abitante, mentre nel nord America si arriva a una media di 20,8. Il che significa che un cittadino nord americano medio emette la Co2 equivalente di 13 cittadini dell’Africa sub-sahariana. Ma ancora maggiori rispetto alle differenze tra paesi sono quelle all’interno dei singoli paesi, tra i più e i meno abbienti.
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