La riforma delle tariffe elettriche proposta dall’AEEGSI elimina completamente la progressività sia per gli oneri di rete che per quelli di sistema e sposta quasi completamente la componente oneri di rete sulla misura fissa (composizione bolletta elettrica).
Ne consegue che gli utenti con consumi prevalentemente sotto i 2700 kWh/anno, (che corrispondono secondo i dati dell’Autorità ai nuclei familiari fino a 4 persone e quindi alla stragrande maggioranza degli utenti) a cui non si applicavano (o si applicavano in misura limitata) le forti maggiorazioni riferite all’energia consumata oltre i 2700 kWh annui, pagheranno di più l’elettricità perché il nuovo costo unitario uniforme dovrà coprire anche quella parte di costi che prima veniva addossata solo a chi consumava di più.
In particolare se facciamo riferimento agli stessi dati forniti dall’AEEGSI:
- i nuclei monofamiliari passeranno da una spesa annua di 256 €/anno a una spesa di 334 €/anno.
- i nuclei familiari con due persone passeranno da una spesa annua di 386 € a una spesa annua di 442 €;
- i nuclei familiari di 3/4 persone passano da una spesa annua di 505 € a una spesa annua di 526 €.
Gran parte della popolazione si troverà dunque a pagare di più, ma anche fra quei pochi che si dovrebbero avvantaggiare di questa riforma (cioè i clienti con maggiore consumo), molti si troveranno a pagare di più l’energia. Infatti, come si evince dalla tabella fornita a pagina 68 del Documento di Consultazione, i clienti ad alto consumo sono coloro che più frequentemente hanno investito in impianti fotovoltaici e oggi dovranno pagare gli oneri di rete quantificati dall’AEEGSI in misura fissa, dai quali erano prima esenti.
In questo momento di grave crisi e disagio sociale pare inammissibile che si imponga alle famiglie italiane di pagare dell’energia anche se non la si consuma o se si sono fatti investimenti per non consumarla.
Verranno poi particolarmente penalizzate, con un incremento di spesa di circa 100 €/anno, quelle categorie di consumatori mono-utenti che, nonostante la percezione di un reddito che non consente l’accesso a meccanismi come quello del bonus sociale, sono a maggiore rischio povertà come ad esempio gli anziani che svolgono la funzione di ammortizzatori sociali per i componenti più giovani della famiglia e le coppie separate, che hanno doppie spese di alloggio.