Federico Belli è uno studente di Economia e Commercio presso l’Università di Pisa ed ha effettuato una ricerca in merito agli impianti fotovoltaici e il rischio di incendio ad essi collegato. In particolare, ha cercato di comprendere quanto questo rischio sia conosciuto e le azioni più utilizzate, in rispetto del DPR n°151, per ridurre tale rischio.
La ricerca si è basata su di un questionario sottoposto a:
- Vigli del Fuoco (VVF): un membro per ogni comando provinciale italiano ottenendo 37 risposte;
- Imprese che hanno installato impianti fotovoltaici di varia potenza presso le loro sedi ottenendo 159 risposte;
- Professionisti: ingegneri, architetti e geometri, ottenendo 50 risposte.
Un primo dato interessante riguarda la percentuale, tra i VVF intervistati, che sono intervenuti su incendi nati o che interessavano impianti fotovoltaici: solo il 35% è intervenuta su tale tipologia di incendi e la maggioranza dichiara che è un fenomeno raro. Coloro che non sono mai intervenuti su tale tipologia di incendio, ritengono che la probabilità che questo accada sia molto bassa.
Anche le imprese Italiane risultano essere scarsamente sensibili verso la possibilità che gli impianti fotovoltaici prendano fuoco; la percentuale più alta tra gli intervistati pensa che la probabilità sia bassa, sottovalutando questo fenomeno.
In molti casi le imprese intervistate utilizzano più alternative per ridurre il rischio di incendio; alcune tra queste permettono anche di migliorare la produttività dell’impianto, oltre che a renderlo più sicuro.
La soluzione più utilizzata dalle imprese Italiane intervistate per ridurre il rischio di incendio degli impianti fotovoltaici consiste nell’utilizzo di impianti di monitoraggio dei pannelli, che permettono di seguire in tempo reale l’andamento dei pannelli per individuare in modo tempestivo eventuali guasti o malfunzionamenti, seguita dall’utilizzo di strutture e/o facciata incombustibile e, a breve distanza, dall’interposizione tra i moduli fotovoltaici e i piani di appoggio di uno strato di materiale di resistenza al fuoco EI30 ed incombustibile; risultano invece essere poco utilizzati gli ottimizzatori fotovoltaici con funzione antincendio.
Il campione di professionisti intervistato, risulta essere più sensibile alla possibilità che un impianto fotovoltaico prenda fuoco rispetto ai campioni intervistati di vigili del fuoco e imprese, passando da una sensibilità molto bassa a una medio-bassa.
Tendono a suggerire alle imprese che installano o hanno installato impianti fotovoltaici, in particolar modo nel caso in cui si tratti di impianti parzialmente o completamente integrati, l’utilizzo delle alternative tradizionali, principalmente per tre motivi:
- Sono sicuri che la soluzione verrà accettata dai vigili del fuoco;
- Ritengono in questo modo di allentare le loro responsabilità nel caso sorgano dei problemi;
- Le ore che dovrebbero spendere per documentarsi e aggiornarsi sulle nuove soluzioni da poter utilizzare;
- Inoltre dovrebbero illustrarle e spiegarle ai vigili del fuoco, con la speranza che vengano accettate.