23 Novembre 2016

Impianti FV: linee guida per l’implementazione

Il mercato FV in Italia sta attraversando un costante calo dopo il taglio degli incentivi in Conto Energia. Nel 2015 si sono installati 290 MWp, il 29% in meno di quanto raggiunto l’anno precedente, e il mercato annuale è regredito a valori simili a quelli del 2008. La capacità totale installata vale ora 18.61 GWp.

Il valore di mercato dei nuovi impianti è stato nel 2015 di circa 558 milioni di Euro, 51% dei quali coperti da piccoli impianti a uso residenziale mentre gli impianti di grande taglia (>1 MWp) hanno rappresentato una fetta di 15 milioni di Euro, fetta che nel 2008 valeva 2,8 miliardi di Euro.

Il costo medio chiavi in mano, che comprende diverse taglie e quindi diversi costi specifici, è sceso dai 3.271 €/kWp del 2010 ai 1.924 €/kWp del 2015.

Per quanto riguarda i segmenti applicativi, il grafico che segue mostra chiaramente come il mercato si è mosso e continua a muoversi nella direzione degli impianti di piccola taglia nel settore residenziale.

In base ai dati di Terna, nel 2016, con riferimento al trimestre gennaio-marzo, il fotovoltaico ha registrato un calo della produzione dell’11,3% rispetto allo stesso trimestre del 2015. Nel 2015 il fotovoltaico aveva soddisfatto il 7,8% della domanda di elettricità in Italia, mentre, nel primo trimestre 2016, copre la domanda per il 5,1%, con un 6,1% sulla produzione. Nel primo trimestre 2015 tali quote erano rispettivamente del 5,7% e del 6,8%.

Il contributo del FV su tutta la generazione da rinnovabili (periodo gennaio-marzo 2016) è stato del 16,6%; era del 17,6% nello stesso periodo del 2015. Sull’intero 2015 il FV ha contribuito al 22,7% della generazione totale da rinnovabili.

Il primo modello di business descritto in queste linee guida è quello dell’autoconsumo. Si tratta, al momento, del modello più efficace, date le tariffe elettriche relativamente alte e la bassa convenienza economica della nuova disciplina che regola lo scambio sul posto. Un’elevata percentuale di autoconsumo, accoppiata a un basso costo specifico di impianto, può rendere proficuo in molti casi l’investimento in un impianto FV. Inoltre, nel settore dei piccoli sistemi residenziali (P<20 kWp), il beneficio economico dell’impianto aumenta grazie alla possibilità di detrazione fiscale di parte della spesa sostenuta.

Il secondo modello di business è quello nel quale un investitore, che realizza e gestisce l’impianto FV, vende l’elettricità generata a un soggetto consumatore. Tale modello, regolato in Italia dalla normativa sui SEU (“Sistemi Efficienti di Utenza”), se pur estremamente valido e promettente sulla carta, presenta ancora numerosi ostacoli e barriere che, come si vedrà nel seguito, ne ostacolano la diffusione e l’impiego. In questo modello, l’utenza non investe nell’impianto e ha la possibilità di acquistare energia elettrica a un prezzo solitamente inferiore anche del 20% rispetto a quella di rete.

Le informazioni contenute in queste linee guida, inoltre, sono complementate da due format contrattuali a esse allegate, il primo riguardante il noleggio operativo (“operational leasing”) e il secondo sul tema del contratto di fornitura energetica.

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