17 Giugno 2021

Giornata mondiale vittime di amianto: nel 2020 in Italia 7000 morti per esposizione alla fibra killer

In occasione della “Giornata mondiale delle vittime dell’amianto”, l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) denuncia che è «sempre più drammatica la situazione delle vittime dell’amianto in Italia per l’assenza di provvedimenti incisivi per la messa in sicurezza e la bonifica dei materiali in amianto» e lancia un appello al Governo: «Draghi utilizzi risorse del recovery found per avviare le bonifiche e il bonus fiscale del 110% per la rimozione dell’amianto dagli edifici privati».

L’ONA ricorda che «Nonostante sia stato messo al bando nel 1992 l’amianto continua ad uccidere, perché si trasforma in fibre invisibili che, inalate ed ingerite, causano con assoluta certezza scientifica mesotelioma, tumore del polmone, tumore della laringe, dello stomaco e del colon. Per non parlare dei danni respiratori che causa, anche quando non insorge il cancro (placche pleuriche, ispessimenti pleurici, asbestosi e complicanze cardiocircolatorie). Il 2020 può essere considerato l’anno horribilis per coloro che sono stati esposti ad amianto, per via della pandemia Covid-19, che ha inciso su questi soggetti fragili e rende pubblici i dati di morbilità e di mortalità delle malattie asbesto correlate denunciando il ritardo del censimento pubblico sia dei casi di mesotelioma, che delle altre malattie legate all’esposizione alla fibra killer».

L’Osservatorio presenta anche i dati di incidenza del mesotelioma in Italia nel 2020: mesotelioma: 2000 casi, con indice di mortalità del 93% a 5 anni; tumore del polmone da amianto: 4000 casi, riferiti solo all’asbesto. Indice di mortalità a 5 anni dell’88%; asbestosi: 600 casi: indice di mortalità a 5 anni del 25%; altre malattie asbesto correlate: 2000 casi con indice di mortalità a 5 anni del 50%.

Con questi dati e in via assolutamente prudenziale, l’ONA  stima che «Il numero di decessi nel 2020, tenendo conto della maggiore incidenza per via del Covid19, sia di 7.000 persone solo in Italia prevedendo il picco di mesoteliomi e di altre patologie asbesto correlate tra il 2025 e il 2030 e poi una lenta decrescita».

L’ONA ribadisce che «L’emergenza inquinamento amianto in Italia è drammatica, ci sono ancora 58 milioni di mq di coperture in cemento-amianto, oltre a 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto, con conseguente condizione di rischio». Grazie ai dati  aggiornati al 2017, l’ex ministro dell’ambiente Sergio Costa,  di concerto con le Regioni e seguendo le linee del “piano nazionale amianto”, ha steso una prima mappatura del territorio nazionale  e ha concluso che «In Italia, ci sarebbero 86.000 siti interessati dalla presenza di amianto, di cui 7.669 risultano bonificati e 1.778 parzialmente bonificati. Tra questi, rientrano anche i 779 impianti industriali (attivi o dismessi) censiti (dato giugno 2014) e i 10 SIN (siti di Interesse Nazionale da bonificare)».

L’Ona rilancia anche l’allarme scuola e rammenta di aver più volte segnalato  «La presenza di amianto in 2.400 scuole (stima 2012 per difetto perché tiene conto soltanto di quelle censite dall’associazione e confermata dal Censis al 31 maggio 2014). Esposti più di 352.000 alunni e 50.000 del personale docente e non docente, 1.000 biblioteche ed edifici culturali (stima per difetto perché è ancora in corso di ultimazione delle rilevazioni), 250 ospedali (stima per difetto, perché la mappatura O.N.A. è ancora in corso)».

Poi c’è la rete idrica con presenza di amianto che l’Ona stima in ben «300.000 km di tubature, inclusi gli allacciamenti, con presenza di materiale contenenti amianto rispetto ai 500.000 totali (tenendo conto che la maggior parte sono stati realizzati prima del 1992, quando l’amianto veniva utilizzato in tutte le attività edili e costruttive)».

L’ONA conclude: «Per evitare nuove esposizioni alla fibra killer e quindi il rischio di incidenza per cittadini vittime potenziali urge avviare una bonifica globale con la messa in sicurezza di tutti i siti contaminati, un piano di prevenzione primaria, la sorveglianza sanitaria con dei controlli periodici, e la ricerca scientifica per una maggiore efficacia delle terapie e cure (prevenzione secondaria). Devono essere intensificate anche le tutele previdenziali e risarcitorie (prevenzione terziaria), per permettere, oltre al ristoro dei danni, anche di valutare l’esatta portata di questa strage».

L’Osservatorio Nazionale Amianto, presente in tutte le regioni di Italia con sedi territoriali, ha costituito uno sportello amianto online. Lo strumento tecnico operativo con il quale poter segnalare i siti con presenza di amianto è l’app  per il censimento che, oltre alle segnalazioni, è strumento utile per la prevenzione.