Proteggere con il proprio corpo la fauna e la flora. Ebbe inizio così la difesa del patrimonio naturale, con le attenzioni di un ragazzino americano stufo di vedere suo padre cacciare degli scoiattoli indifesi. Questa è la storia di Aldo Leopold, che in molti definiscono il primo attivista ambientale, meritevole di essere riuscito a sensibilizzare interi gruppi di persone e preservare numerose specie animali e vegetali.
E l’attivismo climatico? Sembra avere genitori di origine ignota, provenienti da tutti i continenti e appartenenti a tutti i gruppi sociali. Negli anni il clima è stato al centro degli interessi e delle azioni di contadini e grandi manager, di politici e semplici cittadini, poche parole e molti fatti in grado di dare un segnale preciso e finalizzato alla riduzione delle temperature globali, dei danni causati dal climate change e dall’impatto ambientali di fenomeni atmosferici che ogni anno modificano le proprie caratteristiche a danno di territori e popolazioni.
Ma le cose pare stiano cambiando. Gli attivisti climatici globali vogliono uscire dall’ombra e farsi sentire a gran voce, utilizzata non solo per gridare slogan dal contenuto forte, ma per arrivare a chi le decisioni le può prendere, a “quelli che contano”, ai grandi del Pianeta che influenzano le scelte ambientali e climatiche a livello globale.
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