Gentile Presidente,
abbiamo appreso della proposta di legge approvata il 5 gennaio 2021 dalla terza Commissione consiliare, inerente alcuni aspetti relativi alla normativa regionale in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Riteniamo che tale proposta di legge presenti profili di criticità in diversi aspetti, ponendosi in antitesi con lo sviluppo delle energie rinnovabili auspicato dalla legislazione europea e nazionale.
In particolare, riteniamo che la limitazione di capacità installabile di 3MWp inserita nella proposta di legge costituisca un freno all’installazione di fonti rinnovabili nel territorio.
La Basilicata, così come il resto delle regioni, necessita di una definizione chiara e puntuale delle aree idonee e delle aree inidonee per le rinnovabili più che limiti di potenza individuali. Il rischio per la vostra regione è di approvare normative che costituiscano un blocco allo sviluppo delle rinnovabili, favorendo la diffusione degli impianti a fonte fossile in controtendenza rispetto al PNIEC.
Ci pare altrettanto inspiegabile che la medesima limitazione si applichi anche alle aree industriali, senza distinzione delle peculiarità delle aree industriali. Altre regioni hanno legiferato (Sardegna e Abruzzo ad esempio) limitando le aree destinabili a rinnovabili come percentuale della medesima area industriale (con un limite intorno al 40% del totale dell’area industriale), pur ammettendo comunque la possibilità di derogare a tale limite.
Inoltre, riteniamo che la norma in oggetto debba essere tutelante per le iniziative in corso, preservando gli investimenti fatti sino ad ora per quei progetti che hanno presentato la richiesta autorizzativa (e in molti casi sono in attesa da molti mesi di riscontro).
Auspichiamo peraltro anche una decisa accelerazione sui tempi autorizzativi: gli iter oggi risultano tutti bloccati senza una giustificazione reale rallentando la transizione energetica e creando ingenti danni agli investimenti privati. Occorre definire e rispettare tempi certi per gli iter autorizzativi degli impianti a fonte rinnovabile.
Desideriamo infine evidenziare che le realizzazioni fotovoltaiche a terra possono rappresentare una grande opportunità anche per il settore agricolo, in quanto è ormai consolidato che fotovoltaico e attività agricola, oltre che pastorizia, possono assolutamente coesistere. Innumerevoli sono gli esempi virtuosi, in Italia e all’estero. E’ infatti possibile proseguire l’attività agricola tra le file dei moduli fotovoltaici, come pure è possibile e anzi pure conveniente, delegare alle pecore il taglio dell’erba delle aree in cui sono installati i moduli fotovoltaici. Il settore agricolo potrebbe beneficiare in modo consistente degli investimenti messi a disposizione da investitori italiani e stranieri. Serve però il supporto deciso dell’amministrazione pubblica, sia dal punto di vista informativo che regolatorio.
A tal proposito, a supporto della concretezza della virtuosa collaborazione tra fotovoltaico, agricoltura e ambiente, alleghiamo la lettera che abbiamo spedito l’anno scorso alla Presidenza del Consiglio e ai ministeri preposti sottoscritta oltre che da ITALIA SOLARE anche dalle principali associazioni ambientaliste italiane: Greenpeace, Legambiente e WWF. E’ la prova che non siamo di fronte a un tentativo di speculazione, ma a una strada seria, forse unica, per realizzare la vera decarbonizzazione del sistema energetico, ormai non più prorogabile.
Pertanto vi invitiamo a un ripensamento della Proposta di Legge e siamo disponibili a un confronto costruttivo in merito.
Grazie e buon lavoro.
Cordiali saluti,
Paolo Rocco Viscontini
Presidente ITALIA SOLARE