I 7 punti cardine della transizione energetica
Monza, 18 febbraio 2021 – ITALIA SOLARE, in una lettera inviata al nuovo Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, con la quale si complimenta per l’importante incarico, individua le priorità per il settore fotovoltaico e per l’avvio della transizione energetica, elemento cardine del nuovo dicastero.
“Il solare fotovoltaico – si legge nella lettera a firma del Presidente Paolo Rocco Viscontini – negli ultimi anni ha registrato innovazioni tecnologiche sostanziali, tali da conquistare il ruolo di leadership mondiale tra tutte le fonti energetiche. Questo è il momento dell’innovazione legislativa, urgente più che mai”.
Purtroppo, ricorda ITALIA SOLARE, il nostro Paese è in fondo alla classifica europea in quanto a installazioni fotovoltaiche annuali. Più si tarda con l’avvio della transizione energetica e più si perde PIL, opportunità di occupazione e di sviluppo tecnologico in un settore decisamente strategico, in cui le aziende italiane potrebbero essere dei riferimenti a livello mondiale.
L’Associazione, nella sua missiva, illustra al Ministro Cingolani i 7 punti cardine per la transizione energetica:
- Servono urgentemente leggi che consentano alle energie rinnovabili di esprimere tutto il loro potenziale, in particolare semplificare gli iter autorizzativi, garantendo tempistiche rapide e certe; permettere alle rinnovabili di partecipare appieno al mercato dei servizi dell’energia; togliere quanto prima i sussidi alle fonti fossili che creano paradossali squilibri a danno delle rinnovabili e includere nel costo dell’energia da fonte fossile i costi ambientali e sanitari.
- È necessario rivedere il DM FER1 dedicato agli impianti fotovoltaici su tetti e terreni industriali semplificando le procedure, prorogando la durata, aumentando il corrispettivo per la sostituzione delle coperture in amianto e prevedendo aiuti per l’installazione degli accumuli sugli impianti nuovi e su quelli esistenti.
- Modificare il Superbonus 110%, anche per ridurre i costi per la collettività, prorogando la durata, almeno fino al 2024 e riducendo progressivamente la percentuale, anche in funzione del reddito, a partire dal 2023.
- Rivedere il PNRR alla luce del fatto che grandi impianti su terreni agricoli non hanno bisogno di incentivi ma solo di regole certe e accesso al mercato dell’energia, mentre i tetti e terreni industriali dovrebbero usufruire del DM FER1. Servono invece aiuti a supporto degli accumuli elettrochimici, l’idrogeno verde e la mobilità elettrica.
- Favorire la realizzazione di tutti i sistemi di autoconsumo, anche collettivo, da fonti rinnovabili nelle comunità energetiche, prevedendo il graduale superamento dello scambio sul posto e favorendo la diffusione dei sistemi di accumulo.
- Prevedere la revisione del Capacity Market, in un’ottica di mercato equo e trasparente, che consideri anche la domanda di energia e il contributo che possono dare gli impianti della generazione distribuita, in particolare quelli alimentati a fonti rinnovabili congiuntamente ai sistemi di accumulo.
- Riorganizzare il sistema elettrico per raggiungere obiettivi di decarbonizzazione e sviluppo industriale attraversol’unbundling proprietario: chi opera in regime di concessione monopolistica nella gestione delle reti non può detenere quote di controllo di aziende di produzione o vendita di energia, o attive nei servizi post-contatore, perché questo crea le premesse per una concorrenza sleale. Lo Stato dovrebbe inoltre uscire dalle aziende che si occupano di produzione e vendita di energia, rimanendo nella sola proprietà delle società che detengono e gestiscono le reti. Assegnare, infine, a un ente indipendente, totalmente separato da TSO e DSO, il compito di individuare le reali necessità di sviluppo delle reti oltre che della potenza e capacità aggiuntive necessarie nelle diverse zone.