L’estate torrida che ci stiamo lasciando lentamente alle spalle ha fatto segnare nuovi record su molti fronti. Primati preoccupanti, come la nuova temperatura massima mai raggiunta in Europa: i 48,8°C toccati a Siracusa dell’11 agosto scorso. Ma anche buone notizie in arrivo dal fronte dell’energia solare: per la prima volta, i pannelli solari dei 27 paesi europei hanno generato più del 10% dell’elettricità del continente durante i picchi di giugno e luglio.
Lo rivela un’analisi del think tank Ember, che sottolinea i lati positivi e quelli ancora in ombra della corsa del solare europeo. Il balzo c’è e si vede. Sono 8 i paesi che hanno segnato nuovi record, tra cui Spagna e Portogallo. Ma anche, anzi soprattutto, i paesi del nord e dell’est europeo: Germania, Ungheria, Olanda, Polonia. In 3 anni l’UE è passata da 28 a 39 TWh, e quasi metà dell’incremento è concentrato nell’ultimo anno (5,1 TWh tra giugno-luglio 2020 e lo stesso periodo del 2021). L’Italia ha contribuito a spingere la generazione oltre la soglia del 10% attestandosi a 13 punti percentuali.
Ma il balzo, sottolinea il rapporto di Ember, non è abbastanza per scalzare il carbone, da cui proviene ancora il 14% dell’elettricità generata nell’UE a 27. Anche su questo fronte, però, non mancano le note positive. Basta considerare il caso dell’Ungheria, dove il sorpasso c’è stato ed è anche piuttosto significativo. Negli ultimi 3 anni, il paese magiaro è passato dal 3% al 12% di generazione elettrica da solare, mentre la quota del carbone è scesa di 7 punti dal 17% del 2018.
Tutti dati incoraggianti, ma servirà comunque un cambio di passo per non mancare gli obiettivi che Bruxelles si è data con orizzonte 2030. Nell’ultimo biennio, ogni 12 mesi l’UE ha aggiunto 14 TWh di generazione solare. Tuttavia, secondo la Commissione europea, la crescita annuale nel prossimo decennio deve raddoppiare a 30 TWh per raggiungere i nuovi obiettivi climatici.
Continua a leggere su Rinnovabili.it