Articolo di Milena Gabanelli, pubblicato su DATAROOM
Con il referendum del 1987 gli italiani hanno deciso per la chiusura delle centrali nucleari. Da quel momento ci sono tonnellate di rifiuti radioattivi da trattare e centrali nucleari da smantellare e solo nel 1999 l’Italia ha istituito la Sogin, società incaricata di occuparsi dello smantellamento delle centrali nucleari, del trattamento dei rifiuti radioattivi e dell’individuazione di un sito di stoccaggio idoneo ad ospitare i materiali contaminati, quello che in gergo viene chiamato “decommissioning”. I lavori sarebbero dovuti terminare nel 2019, con un budget di 3,7 miliardi finanziati dalle bollette elettriche pagate dagli italiani. Al contrario di quanto previsto, ad oggi non è ancora stato fatto nulla.
La nuova previsione annuncia la fine dei lavori per il 2036 con una spesa di circa 8 miliardi, stime assolutamente non realistiche al contrario dei costi fissi della Sogin che ammontano a 120 milioni di euro l’anno, che comprendono la gestione degli impianti e il pagamento degli stipendi dei dipendenti.
Ma perché succede questo? Leggi l’articolo