Le emissioni del settore agricolo, in particolare degli allevamenti, hanno un forte impatto sulla qualità dell’aria e la salute pubblica. Spesso però vengono ignorate nelle politiche pubbliche, sia a livello regionale che europeo ma sono state recentemente al centro di una serie di nuovi studi guidati dal CMCC, in collaborazione con Legambiente Lombardia, per mostrare l’importanza dell’impatto dell’inquinamento agricolo nella Pianura Padana, con importanti implicazioni per le scelte politiche.
Nell’ambito del progetto INHALE, in collaborazione con l’organizzazione non profit Legambiente Lombardia e l’Università Bocconi, i ricercatori del CMCC hanno condotto una serie di studi per valutare l’impatto delle attività agricole sulla salute umana nella Pianura Padana, al fine di valutare le principali modalità di inquinamento e i possibili miglioramenti della qualità dell’aria derivanti da riduzioni ipotetiche delle emissioni.
In un recente studio della fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) – The formation of secondary inorganic aerosols: A data-driven investigation of Lombardy’s secondary inorganic aerosol problem – i ricercatori hanno sfruttato la riduzione delle emissioni non agricole durante il lockdown per analizzare la complessa relazione tra emissioni di ammoniaca, biossido di azoto e concentrazioni di aerosol inorganici secondari, utilizzando tecniche di machine learning.
“Dal punto di vista scientifico, il contributo dell’agricoltura all’inquinamento atmosferico nella Pianura Padana è chiaro. Questo studio fornisce chiare prove che il settore deve entrare a far parte di una strategia più ampia per la qualità dell’aria”, afferma Francesco Granella, ricercatore presso il CMCC e autore principale dello studio.
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