Il fotovoltaico frena lo sviluppo dell’agricoltura e arriva il Decreto che blocca l’espansione del solare. Il primo ministro afferma che il fotovoltaico sta minacciando la “sicurezza alimentare” della nazione, ma gli agricoltori non sono d’accordo
Il mese scorso il governo ha emesso un decreto di emergenza che vieta i pannelli solari montati a terra sui terreni destinati all’agricoltura. Roma, invece, richiederà installazioni più costose, almeno 2,1 metri fuori terra, per consentire la coltivazione sotto terra. Meloni ha descritto il decreto come una “misura pragmatica che corregge. . . le eco-follie ideologiche di cui sono state vittime l’Italia e i suoi agricoltori”.
Ma i sostenitori dell’energia verde affermano che le restrizioni, che devono ancora essere approvate dal Parlamento, sollevano seri dubbi sulla capacità di Roma di rispettare l’impegno internazionale di raggiungere 80 GW di capacità solare entro il 2030. “È un paradosso: la fonte energetica più economica in questo momento è quella solare”, ha affermato Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare. “Piuttosto che essere felici di dire ‘ehi, abbiamo la soluzione. Lavoriamo insieme per diffondere questa fonte energetica nel Paese, si creano nuovi problemi”.
Gli esperti di energia rinnovabile sottolineano che i pannelli “agrivoltaici” sopraelevati costeranno dal 20 al 40% in più da installare rispetto a quelli tradizionali, minando la competitività del settore. Il decreto vieta inoltre agli agricoltori di affittare i propri terreni agli sviluppatori solari e impone invece loro di investire direttamente nei progetti di energia rinnovabile sulle loro proprietà.
Per leggere le altre testimonianza degli agricoltori sul Financial Times