Inquinamento e andate di calore oltre a danneggiare il Pianeta rappresentano un serio rischio anche per la salute umana. Uno studio condotto dall’Agenzia Europea per l’Ambiente ha calcolato 200mila decessi annui in Europa dovuti ai danni da particolato fine (PM2.5), che colpisce e danneggia soprattutto bambini e anziani, soprattutto se indigenti e quindi con meno possibilità di proteggersi e curarsi.
Gli ambienti che maggiormente vengono colpiti dalle ondate di calore e di conseguenza ne subiscono i danni sono le aree metropolitane, dove nel 2022 le isole di calore urbane hanno provocato più di 60.000 morti stimate in Europa.
Oltre ad aumentare sostanzialmente le temperature in Europa, si prevede che i cambiamenti climatici avranno un impatto sulle emissioni di inquinanti atmosferici (ad esempio attraverso incendi sempre più grandi) e sulla loro formazione nell’atmosfera.
Viste le previsioni poco incoraggianti l’unico modo per sconfiggere questo trend rimane la riduzione delle emissioni climalteranti e la messa in atto di misure di cura e prevenzione.
L’analisi dei potenziali futuri scenari di cambiamento climatico ha dimostrato che la riduzione dell’inquinamento atmosferico si tradurrà in un minor numero di morti causate dal cambiamento climatico, riferendo la necessità di continuare a ridurre l’inquinamento fino a quando gli effetti non saranno più significativi, in linea con gli obiettivi del piano d’azione dell’UE a zero. Le principali fonti di inquinamento atmosferico includono i trasporti, il riscaldamento domestico, l’agricoltura, la produzione di energia e l’industria. Riducendo le emissioni in questi settori possiamo ridurre ulteriormente i livelli di inquinamento nelle nostre città.
Continua a leggere su Ambienteenonsolo