Nel report Banking on Climate Chaos viene riportato un dato sconcertante: le 60 banche più grandi del mondo hanno destinato al settore fossile negli ultimi 8 anni ben 6900 miliardi di dollari, cifra equivalente a tre volte il PIL dell’Italia. Il documento, redatto da Rainforest Action Network insieme ad altre organizzazioni ambientaliste mette a disposizione un’analisi che somma gli impegni finanziari – prestiti e sottoscrizione di emissioni di debito e azioni – delle 60 maggiori banche del mondo nei confronti del settore dei combustibili fossili nel suo complesso sottolineando come questo modus operandi stia aggravando la crisi climatica.
I dati del report Banking on Climate Chaos 2024
Il report evidenzia alcuni dati particolarmente preoccupanti:
- Quasi la metà dei finanziamenti (3,3 trilioni di dollari) concessi negli otto anni presi in considerazione è andata a progetti di espansione dei combustibili fossili.
- Le banche statunitensi sono le principali finanziatrici dei combustibili fossili, seguite da quelle cinesi, canadesi, giapponesi, britanniche e francesi. Ma non mancano le italiane, con i due principali istituti finanziari del nostro Paese, Unicredit e Intesa Sanpaolo, che nel 2023 sono rispettivamente al 35esimo e al 42esimo della classifica contenuta nel report.
- Nel solo 2023, le banche hanno destinato 705 miliardi di dollari al settore che più di tutti è responsabile di emissioni. JP Morgan Chase è stata la prima banca per finanziamenti ai combustibili fossili nel 2023, con 40,8 miliardi di dollari investiti (un importo maggiore di quello dello scorso anno, pari a 38,7 miliardi)
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