Il rapporto How the Finance Flows: Corporate capture of public finance fuelling the climate crisis in the Global South, pubblicato recentemente da ActionAid non lascia dubbi: le sovvenzioni statali globali alimentano il cambiamento climatico. Dal 2016 al 2023 infatti il settore dei combustibili fossili nei Paesi del Sud mondiale ha ricevuto in media 438,6 miliardi di dollari all’anno in sussidi statali. Parallelamente, tra il 2016 e il 2021 (ultimo anno per cui sono disponibili dati), l’agricoltura industriale ha beneficiato di sussidi per un valore medio di 238 miliardi di dollari all’anno.
Complessivamente, i due settori maggiormente inquinanti continuano a usufruire di ingenti sovvenzioni pubbliche – 677 miliardi di dollari all’anno – andando ad intaccare risorse che potrebbero supportare lo sviluppo delle rinnovabili e agevolare la transizione energetica. Tra i principali beneficiari di tali fondi figurano multinazionali come Shell e il gigante dell’agrobusiness Bayer.
Il Pianeta è attualmente diviso tra i Paesi del Nord che non riescono a finanziare adeguatamente la transizione climatica, e i Paesi del Sud che alimentano modelli di sviluppo inquinanti e distruttivi a discapito di ambiente e salute, grazie anche al settore dei combustibili fossili che in tutto il Sud globale riceve finanziamenti pubblici 40 volte maggiori rispetto a quello delle energie rinnovabili.
“Il problema delle sovvenzioni ci riguarda direttamente. L’Italia è il sesto tra i paesi del G20 per sovvenzioni pubbliche ai combustibili fossili. Di recente, è stata operata una modifica radicale al Fondo Italiano per il Clima, l’ambiziosa proposta lanciata dal precedente governo alla COP26 di Glasgow, trasferendo gran parte delle risorse sotto il Piano Mattei, iniziativa che, al contrario, manca di qualsiasi aspirazione climatica. È quindi evidente che l’impegno a porre fine a ogni forma di sostegno pubblico diretto ai combustibili fossili non è stato rispettato. L’assenza di una politica climatica, unita alle recenti decisioni politiche, come il già citato Piano Mattei, marca un pericoloso allontanamento dagli obiettivi accordati internazionalmente, dimostrando che si sta procedendo in una direzione opposta a quella promessa” afferma Cristiano Maugeri, Policy officer dell’area clima di ActionAid Italia.
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