Lo stop agli impianti rinnovabili mette a rischio l’economia dell’isola
Monza, 20 settembre 2024 – Da una prima lettura condotta da ITALIA SOLARE in merito al Disegno di legge sulle Aree Idonee, pubblicato dalla Regione Sardegna, emerge in modo evidente che non è stata fatta nessuna valutazione tecnica del territorio, si tratta di fatto di una mera presa di posizione politica.
“Questo DDL non individua le aree idonee, ma semplicemente reitera la moratoria e pertanto non è in alcun modo accettabile. L’approccio, piuttosto che tecnico, si rivela prettamente giuridico e politico, con il risultato che molte aree potenzialmente idonee vengono escluse senza giustificazioni coerenti. Il testo risponde alle polemiche dei sardi frutto di una ampia campagna di disinformazione, ma non pensa al loro futuro.” – commenta Paolo Rocco Viscontini, Presidente di ITALIA SOLARE – “Nella relazione non compare nessuna spiegazione in merito ai criteri utilizzati per la definizione delle aree idonee e non si fa cenno alcuno ai calcoli effettuati per verificare il raggiungimento degli obiettivi definiti dal PNIEC”.
Gli spazi definiti idonei non sono molto diversi da quelli della moratoria, nella sostanza gli impianti a terra sembra possono essere fatti solo nelle aree industriali a seguito delle limitazioni introdotte per gli impianti agrivoltaici. Ma a causa dei limiti imposti dall’allegato G risulta molto difficile realizzare impianti a terra anche nelle aree industriali. “La cosa oltremodo sconcertante è che vengono bloccati anche tutti gli impianti già autorizzati o in fase di autorizzazione se non rientrano nei criteri definiti e va in senso contrario rispetto alle norme comunitarie”, aggiunge Rocco Viscontini.
Il provvedimento, se non modificato, rischia di penalizzare fortemente la Sardegna da un punto di vista economico e ambientale, rallentando il passaggio alle rinnovabili e lasciando spazio a soluzioni del tutto insostenibili, come la realizzazione della dorsale del gas, nonostante studi autorevoli evidenzino la non convenienza per l’isola.
Se non verranno adottate misure correttive, la Sardegna subirà un incremento del costo dell’energia elettrica, aggravando ulteriormente la già complessa situazione economica locale e condannando l’isola a restare la regione con il maggior tasso di emissioni di CO2 pro capite a causa degli impianti a carbone che determinano un incremento delle malattie e morti per tumore, oltre ad aggravare il rischio di desertificazione.