Una sottilissima lastra di silicio depositata su una base di zaffiro in una struttura bidimensionale del tutto simile a quella del grafene: ecco la possibile rivoluzione per il fotovoltaico, scoperta grazie a una ricerca coordinata da Alessandro Molle dell’Istituto per la microelettronica e microsistemi del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Imm) di Agrate Brianza e da Stefano Lupi dell’Università La Sapienza di Roma.
Questa nuova struttura consentirebbe al silicio di assorbire la luce anche in una parte dello spettro ottico cui la struttura tridimensionale in cui oggi è utilizzato non ha accesso, e fare sì che i portatori di carica si comportino come se fossero fotoni, aprendo così le porte a molte sperimentazioni.
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