COMUNICATO STAMPA

20 Marzo 2024

Sistemi di accumulo: il 2023 si chiude con quasi 520mila impianti connessi alla rete

La potenza complessiva è pari a 3,37 GW e la capacità è di 6,65 GWh. 

Spicca la Lombardia con oltre 97mila sistemi di accumulo connessi.

 

Monza, 20 marzo 2024 – Il panorama italiano dei sistemi di accumulo al termine del 2023 conta 518.947 sistemi connessi, per una potenza complessiva pari a 3,37 GW e una capacità complessiva pari a 6,65 GWh. Il numero dei SdA si avvicina quindi al raddoppio rispetto a fine marzo 2023 (Q1), quando gli impianti connessi ammontavano a 311.188. Sono i dati elaborati da ITALIA SOLARE sui dati Terna.

Il 96% della capacità connessa totale è da attribuire ad accumuli associati a impianti fotovoltaici e, in particolare, il 94,2%, ovvero 515.567 unità, risulta essere associato a impianti fotovoltaici di potenza minore di 20 kW. La restante capacità connessa è invece imputabile ad accumuli stand-alone per 210 MWh (128 MW) e ad accumuli associati a impianti termoelettrici ed eolici rispettivamente per 56 MWh (68 MW) e 2 MWh (2 MW).

La tecnologia maggiormente impiegata nei SdA continua ad essere la batteria agli ioni di litio, che rappresenta il 99,5% della capacità totale connessa. Fra le altre tecnologie adottate spiccano gli accumuli elettrochimici, ma con batterie al piombo, per un totale di 13 MWh e oltre 1.500 impianti, gli accumuli a idrogeno per 5 MWh e 49 impianti e, infine, i supercondensatori con 3,74 MWh e 339 impianti.

“Gli storage stanno diventando sempre più parte integrante dell’infrastruttura elettrica del nostro paese e al momento perlopiù sono abbinati a piccoli impianti fotovoltaici retail. Lo scenario degli accumuli però è destinato a cambiare rapidamente a causa dell’importante diminuzione di costi di moduli e batterie, e questo si tradurrà a breve in incrementi di vendite significativi. Il 2024 sarà poi l’anno dell’inizio del mercato dello storage nel C&I, mentre per gli impianti utility scale probabilmente sarà il 2025 l’anno chiave di partenza. Per tutti questi motivi si prevede un’accelerazione del settore rispetto all’anno scorso, con una previsione di capacità installata nel 2024 di circa una volta e mezzo rispetto all’attuale”, ha commentato Mauro Moroni, co-coordinatore del GdL Accumuli e Idrogeno di ITALIA SOLARE.

Il bilancio di fine anno

Nel 2023 in Italia sono stati connessi 287.706 sistemi di accumulo, con una potenza complessiva pari a 2,02 GW e una capacità totale pari a 3,84 GWh, ovvero quasi il 58% della capacità connessa cumulata e l’89% in più della capacità connessa durante il 2022. Il 92% (3,53 GWh) della capacità connessa durante l’anno passato è attribuibile ad accumuli associati a impianti fotovoltaici di potenza minore di 20 kW, il 2% circa (80 MWh) è invece il risultato di accumuli associati a impianti fotovoltaici di potenza superiore a 20 kW e oltre il 5% (203 MWh) è imputabile ai sistemi stand-alone. 

Nel 2023 sono stati connessi 8 dei 9 sistemi stand-alone connessi complessivamente in Italia e di tali 8 accumuli, 5 risultano essere entrati in esercizio nell’ultimo trimestre dell’anno. 

Spostando l’attenzione sulla capacità connessa dei soli accumuli associati a impianti fotovoltaici, si può osservare un incremento del 32% fra il Q4 2022 e il Q1 2023, seguito da due decrementi del 19% e del 21% registrati rispettivamente fra il Q1 2023 e il Q2 2023 e fra il Q2 2023 e il Q3 2023. Sul finire dell’anno, nel Q4 2023, la capacità connessa è tornata a crescere segnando un +11% rispetto al Q3 2023.

Le quote regionali

A spiccare tra le regioni, con 1.198 MWh di accumuli associati a impianti fotovoltaici, è la Lombardia, seguita dal Veneto con 911 MWh, dall’Emilia Romagna con 620 MWh e dal Piemonte con 470 MWh. La capacità connessa in totale di queste 4 regioni risulta essere oltre il 50% della totale capacità connessa relativa agli accumuli associati a impianti fotovoltaici in Italia. A seguire, le altre regioni con più capacità connessa sono il Lazio con 425 MWh, la Toscana (419 MWh), la Sicilia (383 MWh) e la Puglia (329 MWh). 

Gli accumuli stand-alone risultano distribuiti in modo uniforme sul territorio italiano, interessando Piemonte, Veneto, Liguria, Umbria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna.