-
Distribuzione degli impianti sul territorio e localizzazione dei consumi sono fondamentali per la corretta individuazione delle aree.
-
Coperture, aree impermeabilizzate e industriali, cave e terreni da bonificare e terreni agricoli improduttivi
-
Necessario l’aggiornamento della disciplina delle misure di compensazione
Monza, 7 agosto 2024 – ITALIA SOLARE ha scritto ai Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, al Presidente di ANCI, al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, al Ministro della Cultura e al Ministro delle Imprese e del Made in Italy per proporre misure di attuazione del Decreto Aree Idonee.
Considerando che nel 2030 le fonti rinnovabili dovrebbero coprire circa il 65% dei consumi elettrici nazionali, l’individuazione delle aree idonee appare urgente e di assoluta rilevanza, motivo per cui, si legge nella lettera, “riteniamo fondamentale che le Regioni e le Province autonome diano attuazione al decreto con un approccio attento a tutti gli aspetti sui quali influisce la diffusione delle fonti rinnovabili”.
Secondo ITALIA SOLARE le aree idonee dovrebbero essere individuate assicurando una adeguata distribuzione degli impianti sul territorio, in modo da favorire il consenso delle comunità locali, tenendo conto comunque della localizzazione dei consumi e della capacità della rete elettrica. In questo contesto, potrebbe essere opportuno valutare quali sono le dimensioni ottimali degli impianti, in particolare con moduli a terra, in base alle peculiarità delle zone, tenendo comunque presente l’importanza delle economie di scala, per non vanificare le possibilità di riduzione dei prezzi dell’energia per famiglie e imprese italiane.
“Ci sembra che finora le Regioni e le Province autonome abbiamo avuto cura soprattutto della tutela del paesaggio e del sistema agricolo, probabilmente perché la precedente legislazione nazionale assegnava ad esse il compito di individuare le sole aree non idonee. Auspichiamo che il nuovo quadro, con un ruolo determinante delle Regioni e delle Province autonome anche per individuare le aree idonee, favorisca un approccio più equilibrato, attento anche agli aspetti che hanno influenza sostanziale ai fini del costo dell’energia. Per questa finalità, ci permettiamo di sottoporre le nostre proposte, che ci auguriamo possano essere utili per uno sviluppo armonico delle rinnovabili e del fotovoltaico in particolare” si legge nella missiva.
Le proposte di ITALIA SOLARE
Partendo dal presupposto che la direttiva 2023/2413 considera di interesse pubblico prevalente e nell’interesse della salute e della sicurezza pubblica la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili, anche l’individuazione delle aree idonee ne deve tenere conto.
Per massimizzare la produzione, ITALIA SOLARE suggerisce che tutte le coperture vengano immediatamente considerate come aree idonee, così come le aree già impermeabilizzate come i parcheggi, le aree a destinazione industriale, artigianale, per servizi e logistica, le aree compromesse come le cave e le discariche, le aree su cui occorrono interventi di bonifica. Secondo l’Associazione, sono da ritenere idonee anche le aree nelle immediate vicinanze di stabilimenti industriali o di zone industriali, artigianali e industriali, anche se agricole, consentendo l’autorizzazione e la realizzazione di impianti anche con moduli a terra, in modo da agevolare la fornitura di elettricità a basso costo alle imprese insediate nelle vicinanze.
Secondo l’associazione dovrebbero risultare idonei, anche per gli impianti a terra, i terreni agricoli non produttivi o non utilizzati per l’agricoltura da lungo tempo. I terreni agricoli produttivi, invece, dovrebbero essere considerati idonei per i soli impianti agrivoltaici, in tutte le configurazioni, purché venga garantita una sostanziale continuità agricola e gli impianti rientrino in progetti di supporto allo sviluppo delle attività agricole (investimenti in tecnologie agrarie avanzate, come l’idroponico e l’irrigazione di precisione; integrazione a valle delle filiere; uso di mezzi agricoli elettrici, ecc.).
È inoltre necessario che la Regioni monitorino con continuità e in modo coordinato lo sviluppo degli iter autorizzativi, delle realizzazioni e delle connessioni, opere di rete incluse, per conoscere il punto in cui ci si trova rispetto all’obiettivo regionale condiviso con lo Stato, per poter decidere consapevolmente se e come proseguire con lo sviluppo delle richieste di autorizzazione, anche alla luce delle esperienze sino a quel momento fatte. Quest’ultimo, specifica l’Associazione nella sua lettera, non è un criterio per l’individuazione delle aree idonee in senso stretto, ma è essenziale, sia per tenere sotto controllo il raggiungimento degli obiettivi regionali previsti dal decreto in questione, sia per verificare l’efficacia dei provvedimenti regionali sulle aree idonee e, più in generale, per una valutazione complessiva del ruolo del fotovoltaico per lo sviluppo regionale.
ITALIA SOLARE ritiene che il futuro del fotovoltaico dipenda anche dal consenso delle comunità locali e per tale ragione l’associazione è disponibile per un confronto, coinvolgendo anche ANCI, su alcuni temi particolari quali l’aggiornamento della disciplina delle misure di compensazione (da trasformare in “misure per ritorni sul territorio”), ancora regolate dalle linee guida nazionali del 2010. Si ritiene necessaria anche l’elaborazione di una guida per lo sviluppo, la progettazione, realizzazione e gestione degli impianti, in particolare a terra e di una certa rilevanza, che l’Associazione si appresta a redigere, perché possa essere utilizzata su base volontaria dagli associati, con l’obiettivo di favorire anche il dialogo con il territorio e la massimizzazione dei ritorni. Risulta pure fondamentale una corretta gestione dei procedimenti di connessione, nuovi e in corso, e degli iter autorizzativi, affinché siano coerenti con gli esiti della programmazione delle Regioni sulle aree idonee.