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COMUNICATO STAMPA

2 Dicembre 2021

Installati in Italia un milione di impianti fotovoltaici, ma siamo molto lontani dal raggiungere gli obiettivi prefissati.

Forum ITALIA SOLARE: Burden sharing regionali con aree idonee (tali da installare i GWp fissati negli obiettivi regionali), sblocco autorizzazioni e adeguamento del mercato elettrico le condizioni per permettere al fotovoltaico di raggiungere gli obiettivi prefissati al 2030 e 2050.

Roma, 02 dicembre 2021 – Nel 2022 il fotovoltaico passerà la soglia dei 1.000 GWp a livello globale e nei quattro anni successivi più che raddoppierà, installando ulteriori 1.400 GWp. Nei prossimi cinque anni il 95% di tutta la nuova capacità elettrica arriverà da rinnovabili e più del 50% sarà rappresentata dal fotovoltaico. Il motivo di questi numeri è molto semplice: solare ed eolico sono le soluzioni più economiche a livello globale. Questi i dati annunciati da Paolo Frankl, Direttore Energie Rinnovabili di IEA all’apertura del Forum di ITALIA SOLARE, che ha visto ieri a Roma lo svolgimento della sua prima giornata.

L’Italia intanto raggiunge il traguardo del primo milione di impianti fotovoltaici, come annunciato dal presidente di ITALIA SOLARE, Paolo Rocco Viscontini. “Una cifra tonda importante che però non deve ingannare: siamo ancora molto lontani dagli obiettivi. A fine 2021 raggiungeremo i 22,4 GWp totali, quasi un terzo della Germania che coi suoi quasi 60 GWp garantisce al sistema energetico tedesco un significativo vantaggio, in termini di costi dell’energia, a favore delle imprese tedesche rispetto a quelle italiane”.

Dal 2014 a oggi le nuove installazioni italiane, con una media annuale di meno di 500 MWp, continuano a essere insufficienti per ridurre efficacemente la dipendenza dal gas e quindi per evitare o limitare gli aumenti dei prezzi dell’energia. Un costo per le famiglie e le aziende italiane di cui bisognerebbe chiedere conto a tutti i governi che si sono succeduti dal 2014 a oggi, sempre troppo preoccupati di difendere gli interessi delle partecipate (quindi del gas) piuttosto che della collettività.

I dati parlano chiaro: mentre in Italia (60 milioni di abitanti) nel 2021 si installeranno 950-1000 MWp, in Ungheria (9,7 milioni) 750 MWp, in Belgio (11,5 milioni) 950 MWp, in Francia (64,3 milioni) 1900 MWp, in Polonia (38 milioni) 2.690 MWp, in Spagna (46,7 milioni) 3200 MWp, in Olanda (16,7 milioni) 3400 MWp, in Germania (83 milioni) 5400 MWp.

Eppure oggi il fotovoltaico è l’unica soluzione immediatamente disponibile e di lungo termine contro il caro bollette. Già in passato il solare ha dimostrato di contribuire in modo sostanziale alla riduzione dei prezzi dell’energia: tra il 2008 e il 2014 si è registrato un calo del 40% del prezzo dell’energia, “senza contare che è anche la soluzione principe per risolvere la crisi climatica ed è la tecnologia che crea più occupazione: da 2 a 6 volte più posti di lavoro rispetto alle altre tecnologie di produzione elettrica”, aggiunge Paolo Rocco Viscontini.

Secondo ITALIA SOLARE, per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del fotovoltaico al 2030 e oltre è necessario dare massima priorità alla definizione degli obiettivi regionali e delle aree idonee, tra le quali dovrebbero rientrare da subito aree industriali, cave, discariche e aree agricole abbandonate. “La tutela dell’ambiente e della salute non deve dipendere dalla tutela del paesaggio”, ha detto Paolo Rocco Viscontini con riferimento ai continui stop autorizzativi causati dalle sovrintendenze, con danni giganteschi per tutti gli italiani e per il paesaggio stesso, che pagherà a caro prezzo (e in realtà già sta pagando) queste opposizioni, in termini di siccità e dissesti idrogeologici causati dai sempre più frequenti eventi climatici catastrofici.

Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione definiti dal Pniec è fondamentale investire nelle reti elettriche, principale fattore abilitante della transizione energetica. Questo consentirà di trasportare le fonti rinnovabili prodotte prevalentemente nel Sud Italia verso i centri di consumo del Nord. Da questo punto di vista Terna, nel nuovo Piano di Sviluppo 2021, ha previsto 18,1 miliardi di euro di investimenti e pianificato una serie di opere strategiche per l’intero sistema elettrico nazionale, tra cui il Tyrrhenian Link e l’Adriatic Link, che favoriranno proprio lo sviluppo e l’integrazione delle fonti pulite”, ha detto Fabio Bulgarelli, Responsabile Affari Regolatori di Terna.

Per le autorizzazioni, la semplificazione auspicata con la Procedura Abilitativa Semplificata (PAS) per impianti su terreni industriali, cave e discariche purtroppo non sta funzionando perché il MITE ha precisato che, per evitare rischi di artati frazionamenti, le linee di connessione devono seguire gli iter autorizzativi standard in presenza di vincoli (che come noto sono sempre presenti lungo le linee), anche in presenza di cavi interrati, nonostante le normative vigenti prevedano il contrario. Ancora una volta non si è stati capaci di semplificare per davvero. Si auspica che il MITE collabori con gli operatori prima di uscire con provvedimenti che alla fine risultano ottenere risultati opposti rispetto a quelli attesi e pure dichiarati.

Al Forum ITALIA SOLARE la discussione è tornata anche sul Capacity Market, ricordando che dall’1 gennaio 2022 causerà aumenti alle bollette degli italiani per 1,2 miliardi di euro nel solo 2022, per salire ulteriormente negli anni seguenti. Si potevano risparmiare importanti somme se le installazioni fotovoltaiche non fossero state così basse dal 2014 a oggi e se le previsioni avessero considerato i GWp fotovoltaici ed eolici previsti nel PNIEC con ben più GW di stoccaggi di quelli considerati attualmente nel PNIEC.

Rocco Viscontini ha infatti sottolineato che si sta probabilmente sottovalutando il potenziale degli accumuli per le nuove installazioni: il PNIEC prevede 10 GW al 2030 quando invece si potrebbero installare molte decine di GW visti i trend di crescita delle capacità produttive e di decrescita dei prezzi.

Risultato: una sovracapacità pressoché certa, con centrali a gas che tra pochi anni prenderanno importanti somme per non funzionare mai, con costi per gli italiani molto elevati.

Si è quindi ricordato che la transizione energetica, meglio definita dal Prof. Lorenzoni, uno dei relatori del Forum, “svolta” energetica, necessita di un’adeguata evoluzione del mercato per consentire una corretta e ampia partecipazione delle FER, degli accumuli e della domanda. Per questo occorre definire rapidamente e in modo chiaro i servizi ancillari che potranno essere forniti dai produttori di energia rinnovabile, prestando attenzione a evitare conflitti di interesse dei soggetti deputati a scrivere le regole o a fornire le informazioni utili a tutti gli operatori.

Altro tema che sta a cuore alle aziende iscritte a ITALIA SOLARE, ormai quasi 700, vista la costante crescita della base associativa, è la concorrenza, reputata sleale, delle aziende controllate dalle partecipate di Stato la cui forza, di immagine e finanziaria, si basa sulle concessioni.

I soldi delle partecipate provenienti dalle concessioni non possono essere utilizzati per fare concorrenza ad aziende private e per acquistare società terze in settori in concorrenza con aziende private” ha sottolineato Rocco Viscontini a nome dei numerosi soci di ITALIA SOLARE.

Infine è stato rimarcato che con le previsioni di crescita del fotovoltaico dei prossimi anni è senza dubbio arrivato il momento di tornare a pensare seriamente a una filiera industriale nazionale dei componenti per gli impianti fotovoltaici. Si teme però che i fondi del PNRR, che rappresentano senza dubbio una grande opportunità di sviluppo industriale, non siano spesi né correttamente né bene: “Non piace leggere, già nel testo del PNRR stesso, i nomi di beneficiari di contributi pubblici senza trasparenza e chiarezza sui criteri di assegnazione dei relativi fondi. Chiediamo gare a evidenza pubblica per l’assegnazione dei fondi per le produzioni industriali”, ha concluso Rocco Viscontini.

Scarica la presentazione di Paolo Rocco Viscontini, Presidente di ITALIA SOLARE