La Sardegna, grazie all’ampia disponibilità di fonti energetiche rinnovabili può diventare una best practice a livello internazionale. È quanto emerso dal webinar “Sardegna alimentata solo da fonti rinnovabili: si può fare” basato sullo studio intitolato “Una valutazione socio-economica dello scenario rinnovabili per la Sardegna” dell’Università di Padova e del Politecnico di Milano, realizzato per conto del WWF; nel corso dell’iniziativa è stata confermata la fattibilità e convenienza della transizione verde in Sardegna senza dover fare ricorso alcuno al gas.
La mancanza di una rete del gas nell’isola può oggi essere trasformata in opportunità. Lo dimostra la crescente adesione dei comuni dell’entroterra per le comunità energetiche, fortemente legate ai territori. Le comunità locali possono quindi diventare protagoniste della propria energia, ma la classe dirigente sarda deve dare indirizzi certi per un futuro sostenibile della Sardegna.
Lo studio si basa sull’idea che sia di interesse strategico considerare nelle valutazioni di costo/beneficio degli investimenti infrastrutturali nel settore energetico sardo, un orizzonte temporale in linea con gli scenari di decarbonizzazione di medio e lungo periodo. Per questo motivo identifica le soluzioni su cui indirizzare gli investimenti, minimizzando il rischio di soluzioni “transitorie” che rallenterebbero il processo di transizione energetica dell’isola con costi non recuperabili a carico della collettività. Nel lungo periodo il gas metano non è compatibile con un sistema energetico decarbonizzato e i nuovi impianti a fonti fossili non sono più competitivi riguardo i costi, se confrontati con fonti di energia pulita come eolico e fotovoltaico. I relatori hanno affermato che lo scenario rinnovabile è tecnicamente fattibile, valorizza l’economia locale, crea posti di lavoro. La Sardegna riuscirebbe così ad anticipare gli obiettivi della Comunità europea “Fit for 55”, senza creare oneri ulteriori ai consumatori sardi e italiani.
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