La pandemia del nuovo coronavirus ha causato più ferite sociali ed economiche di qualsiasi altro evento della storia recente, ferite che impiegheranno molti anni a rimarginarsi e che lasceranno profonde cicatrici sul tessuto della collettività. Ma se questi sconvolgimenti risulteranno di aiuto o di ostacolo agli sforzi per accelerare le transizioni energetica verso la decarbonizzazione negli anni a venire dipenderà da come i governi risponderanno alle sfide di oggi.
È questo, in sintesi, il senso del World Energy Outlook 2020, il documento di punta dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AiE o IEA), pubblicato oggi (link in basso) e focalizzato sul periodo cruciale dei prossimi 10 anni e sull’esplorazione dei possibili percorsi per uscire dalla crisi.
L’ombra della pandemia incombe
Nello scenario delle politiche dichiarate, che riflette le intenzioni e gli obiettivi politici annunciati ad oggi, la domanda globale di energia tornerà ai livelli precedenti la crisi all’inizio del 2023, dice la IEA.
Tuttavia, nel caso di una pandemia prolungata e di un crollo più profondo, il riallineamento ai livelli pre-Covid avverrà solo nel 2025, come mostrato nello senario di recupero ritardato.
Una crescita più lenta della domanda riduce le prospettive dei prezzi del petrolio e del gas rispetto alle tendenze pre-crisi. E i forti cali degli investimenti nel settore degli idrocarburi aumentano il rischio di volatilità futura del mercato.
Gli effetti peggiori della crisi si fanno sentire tra i paesi più vulnerabili, secondo il rapporto. La pandemia ha invertito diversi anni di tendenza positiva all’aumento del numero di persone nell’Africa subsahariana con accesso all’elettricità. Per contro, l’aumento della povertà potrebbe aver reso inaccessibili i servizi elettrici di base per più di 100 milioni di persone in tutto il mondo che prima vi avevano invece accesso.
Fotovoltaico nuovo re dell’elettricità
Le energie rinnovabili sono protagoniste in tutti gli scenari dell’AIE, con il fotovoltaico al centro della scena. Le politiche di sostegno e le tecnologie mature consentono un accesso molto economico al capitale nei mercati trainanti. Il fotovoltaico è ora costantemente più economico delle nuove centrali a carbone o a gas nella maggior parte dei paesi, e gli impianti fotovoltaici utility scale offrono attualmente alcuni dei più bassi costi per l’elettricità mai visti.
Nello scenario delle politiche dichiarate, le rinnovabili soddisfano l’80% della crescita della domanda globale di elettricità nel prossimo decennio, secondo il rapporto. L’energia idroelettrica rimane la più grande fonte rinnovabile, ma il fotovoltaico rappresenta la principale fonte di crescita per le rinnovabili, seguito dall’eolico onshore e offshore.