DNV ha pubblicato la sesta edizione dell’ “Energy Transition Outlook” con i risultati del loro modello di analisi indipendente del sistema energetico mondiale. Il report riporta una valutazione fino al 2050 della transizione energetica a livello globale e in 10 regioni del mondo.
BREVE TERMINE
- I prezzi elevati dell’energia e la maggiore attenzione alla sicurezza energetica dovuta alla guerra in Ucraina non rallenteranno la transizione a lungo termine. L’Europa punta ad accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili per raggiungere la sicurezza energetica. Nel resto del mondo, il problema dei prezzi elevati dell’energia e dei generi alimentari può spostare la decarbonizzazione in fondo alla lista delle priorità nel breve periodo. L’influenza a lungo termine della guerra sul ritmo della transizione energetica è bassa rispetto ai principali fattori di cambiamento a lungo termine: il crollo dei costi delle rinnovabili, l’elettrificazione e l’aumento dei prezzi del carbonio.
- La COP26 e l’IPCC hanno richiesto un’azione urgente che non si è concretizzata: le emissioni rimangono a livelli record. Le emissioni devono diminuire dell’8% ogni anno per garantire l’azzeramento delle emissioni entro il 2050. Le opportunità di intensificare l’azione abbondano: la transizione sta aprendo opportunità senza precedenti per gli attori nuovi e già esistenti nel settore energetico.
PREVISIONI A LUNGO TERMINE
3. L’elettricità rimane il pilastro della transizione; sta crescendo e diventando verde ovunque. Con una quota dell’83% del sistema elettrico nel 2050, le fonti rinnovabili stanno riducendo la quota fossile del mix energetico complessivo a poco meno del 50% nel 2050.
Nonostante le sfide a breve termine sui costi delle materie prime, la crescita della capacità del solare e dell’eolico è inarrestabile: entro il 2050 saranno cresciuti rispettivamente di 20 e 10 volte.
4. L’idrogeno fornisce solo il 5% della domanda globale di energia nel 2050, un terzo del livello necessario per l’azzeramento delle emissioni. L’uso dell’idrogeno puro si diffonde nel settore manifatturiero a partire dai primi anni 2030 e in forma derivata (ammoniaca, e-metanolo e altri e-carburanti) nel trasporto pesante a partire dalla fine degli anni 2030. L’idrogeno verde da fonti rinnovabili dedicate e dalla rete diventerà dominante nel tempo; l’idrogeno blu e l’ammoniaca blu manterranno un ruolo importante nel lungo termine.
PERCORSO VERSO LO ZERO NETTO
5. Ci stiamo dirigendo verso un riscaldamento di 2,2°c; è necessaria un’implementazione politica di tipo bellico per garantire l’azzeramento delle emissioni entro il 2050. Un’azione massiccia e tempestiva per ridurre le emissioni record è fondamentale; la finestra d’azione si sta chiudendo. Non saranno necessari nuovi giacimenti di petrolio e gas dopo il 2024 nei Paesi ad alto reddito e dopo il 2028 nei Paesi a medio e basso reddito.
6. Zero emissioni significa che le regioni e i settori leader devono andare molto più lontano e più velocemente. Le regioni OCSE devono essere a zero emissioni entro il 2043 e successivamente a zero emissioni; la Cina deve ridurre le emissioni a zero entro il 2050. L’elettricità rinnovabile, l’idrogeno e la bioenergia sono essenziali, ma insufficienti: quasi un quarto della decarbonizzazione netta si basa sulla cattura e l’eliminazione del carbonio combinata con cambiamenti nella destinazione d’uso dei terreni (riduzione della deforestazione).