I prezzi dell’energia in Europa sono rimbalzati più del previsto nel 2021 dai minimi causati l’anno scorso dai blocchi dell’economia per la pandemia di Covid-19.
Ciò è dovuto principalmente all’impennata dei prezzi del gas e, in misura minore, dei prezzi della CO2, che hanno raggiunto un massimo storico di quasi 60 euro la tonnellata.
E i prezzi energetici rimarranno più alti rispetto al periodo pre-pandemia, anche nel 2022-2023, poiché l’offerta continuerà a contrarsi. Gli obiettivi ambientali più ambiziosi dell’Europa, infatti, accelereranno le chiusure della generazione termica e nucleare per il carico di base, che le rinnovabili non potranno sostituire completamente nei prossimi tre anni. Ciò porterà a una maggiore volatilità dei prezzi, legata anche al maggiore variare del clima.
Queste, in estrema sintesi, le fotografie del passato recente e del futuro prossimo dei prezzi energetici in Europa fatte da S&P Global Ratings, come raffigurato nell’illustrazione.
Italia
I prezzi in Italia continueranno ad essere mediamente maggiori rispetto agli altri mercati continentali per tutto l’orizzonte di previsione, ma dal 2026 faranno registrare un lieve sconto in inverno rispetto alla Germania, dove le notevoli chiusure di centrali termiche sosterranno i prezzi, secondo S&P.
Da notare inoltre che parte dell’impatto dei rincari causati dal gas è mitigato da una revisione al rialzo delle previsioni di S&P circa la crescita delle rinnovabili in Italia, a seguito dei cambiamenti apportati ai processi di autorizzazione, che nel passato avevano ostacolato maggiormente lo sviluppo delle energie verdi nel nostro paese.
Ciò nonostante, il gas rimane la spina dorsale delle forniture elettriche in Italia, in misura maggiore rispetto ad altri mercati, lasciando il nostro paese fortemente esposto ai movimenti dei prezzi del gas, nota S&P.
Da parte sua, l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, parlando del rincaro del gas, ha detto in un’intervista al Financial Times che “non si può tagliare l’offerta senza ridurre anche la domanda”, aggiungendo che “la crescente pressione da parte di governi, attivisti e investitori ha reso molto difficile per le compagnie energetiche investire nelle forniture di gas” e che l’attuale situazione sul mercato del gas “non è per un tempo limitato”, ma è un fenomeno “strutturale”.
Di seguito, il mix energetico italiano del 2020 e quello che S&P prevede per il 2026, dove si vede che il gas continua a svolgere un ruolo centrale.
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